10 gennaio 2018 - 19:32

Berlusconi e il colloquio Renzi-De Benedetti: «Preso con le mani nella marmellata»

«In confronto il mio conflitto di interessi fa ridere», dice il leader di Forza Italia

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«Io penso che se fosse capitato a me sarei già in croce»: Silvio Berlusconi commenta così le notizie circolare sull’ingegner De Benedetti, che avrebbe tratto vantaggi da informazioni ricevute da Renzi, all’epoca in cui era presidente del Consiglio, riguardo il decreto sulle popolari. «Vediamo come andrà a dipanarsi ma quel conflitto di interessi attribuito a me e alle mie aziende fa sorridere- prosegue il leader di Forza Italia a radio 105- mentre vedo che il signor De Benedetti i cui giornali hanno fatto campagna contro di me oggi è stato preso con le mani nella marmellata». La vicenda risale a quattro giorni prima del decreto del governo sulle Popolari varato il 20 gennaio 2015, quando Matteo Renzi rassicurò l’imprenditore Carlo De Benedetti che il provvedimento sarebbe passato. De Benedetti aveva investito 5 milioni di euro con Romed spa guadagnando 600 mila euro. I magistrati hanno sollecitato l’archiviazione dell’inchiesta avviata tre anni per insider trading, ma - in attesa che il giudice decida se accettare la richiesta dei pm- si esprimerà la Commissione parlamentare banche.

La campagna elettorale

Non pare vero, a Berlusconi, poter rilanciare in piena campagna elettorale il tema del conflitto d’interessi: in attesa com’è della sentenza europea che potrebbe riabilitarlo in politica, ci tiene a premere l’acceleratore quando si tratta di dimostrare che anche altri personaggi, legati politicamente, abbiano scheletri da nascondere nell’armadio. «Che ci fosse in Italia un altro conflitto di interesse oltre a quello di cui tanto si è parlato?», chiede infatti provocatoriamente il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. Ma non è l’unico a cavalcare il tema.

Gli attacchi dei 5 Stelle

«È uno scandalo sapere che il premier, allora Matteo Renzi, mentre stava per fare un decreto legge in 25 minuti che azzerava i risparmi dei risparmiatori, chiamava De Benedetti per dirgli che stava per fare il dl e quello attacca, chiama i suoi e dice: stanno per fare il decreto legge, comprate le azioni», attacca il candidato dei Cinque Stelle Luigi Di Maio. «Vi ricordate il celebre film E.T. di Steven Spielberg , con il simpatico extraterrestre che dichiara, «ET telefono casa»? Per Renzi, De Benedetti e tutto il Pd invece vale il messaggio tutto terrestre e in pieno conflitto d’interessi: `Pd telefono banche..´». Così il M5s sul blog di Beppe Grillo commenta la vicenda De Benedetti e afferma: «Il Pd è un partito senza valori, ma con un prezzo: quello delle azioni bancarie». Secondo il senatore di Idea, Andrea Augello, «le notizie apparse oggi sulla stampa dimostrano la necessità di proseguire i lavori della Commissione banche anche nella prossima legislatura». Daniele Capezzone, deputato di `Noi con l’Italia´sottolinea che «Quel decreto è stato un intervento dirigista e illiberale: tale da favorire non la concorrenza ma un oligopolio bancario». Mentre la senatrice di Liberi e uguali Loredana De Petris sostiene che «la `soffiata´ dell’allora presidente del consiglio Renzi è una delle cose più gravi che si siano mai verificate». La presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni interviene su Facebook: «Ogni giorno emergono inquietanti conferme sugli intrecci tra banche, Pd e amici degli amici. Fuori i nomi e i cognomi di chi ha guadagnato dai provvedimenti dei governi della sinistra».

Renzi: «Tutto pubblico»

Ma se l’ingegner De Benedetti fa sapere attraverso un portavoce che non c’è stato «alcun abuso di informazione privilegiata da parte sua», Renzi si difende in prima persona, a Porta a Porta, dalle accuse: «Nelle decennali polemiche tra Berlusconi e De Benedetti non metto bocca. Quello che abbiamo fatto è perfettamente lecito. Poi valuterà la procura di Roma». Lo dice Matteo Renzi, parlando a Porta a porta. «Noi abbiamo fatto quella riforma con tutti i crismi di legge. Se qualcuno ha commesso reati, valuterà la magistratura. Se ci sono problemi tra De Benedetti e Berlusconi se la vedono loro. Il mio unico rapporto con le banche sono i mutui», aggiunge.

«Strumentalizzazioni»

Anche i sostenitori di Renzi bocciano gli attacchi come fuorvianti. «Secondo Di Maio De Benedetti sarebbe uno scandalo? - dice Manuela Repetti, senatrice del gruppo Misto- Lo scandalo vero in Italia è che esistono dei Luigi Di Maio che dicono impunemente falsità gravissime contro le persone e che godono anche di consenso. Per fortuna esistono delle intercettazioni che dimostrano che non c’è stato alcun favoritismo e infatti la Procura ha archiviato tutto». E il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi ricorda: «A gennaio 2015 di riforma delle banche popolari parlavano tutti i giornali, basta rileggersi la rassegna stampa di quei giorni. A De Benedetti bastava leggere il suo giornale per sapere che era allo studio un provvedimento di riordino del settore delle popolari, in particolare quelle quotate. Chi strumentalizza lo fa in malafede o non sa leggere la rassegna stampa».

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