10 gennaio 2018 - 14:41

Telefonata Renzi-De Benedetti, l’ira M5S: «Modello Pd? Scandaloso». Il leader dem: «Riforma cosa nota»

Il candidato premier dei grillini, Luigi Di Maio: «La telefonata Renzi-De Benedetti è uno scandalo». Matteo Renzi: sull’approvazione della svolta Popolari c’era anche un’agenzia

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«Non vi è stato alcun abuso di informazione privilegiata», fa sapere un portavoce di De Benedetti dopo la notizia secondo cui l’ingegnere avrebbe approfittato di una soffiata dell’allora premier Matteo Renzi per investire in Borsa. « L’approvazione della norma era ampiamente nota - continua -, al punto che UBS aveva tenuto una conferenza stampa sul tema due settimane prima, presso la Borsa di Milano, consigliando di acquistare azioni delle banche Popolari. Del resto, anche la Procura di Roma - conclude -, investita della vicenda, a giugno dello scorso anno ne ha chiesto l’archiviazione».

M5S: uno scandalo

Intanto il tema solleva, come era facile immaginare, una serie di reazioni politiche a raffica. «Uno scandalo», secondo il candidato premier del M5S, Luigi Di Maio, ai microfoni di Tgcom24, la telefonata tra Matteo Renzi, allora premier, e Carlo De Benedetti sul decreto Banche Popolari, come si apprende da una telefonata (registrata secondo la legge sulle intermediazioni finanziarie) tra l’imprenditore-editore ed il suo consulente finanziario. «Sapere che il premier, mentre stava per fare un decreto legge, chiama De Benedetti per dirgli che sta per fare il decreto e quello chiama i suoi e dice “comprate le azioni” è uno scandalo. Se questo è il modello del Pd io questo modello lo combatterò con tutte le mie forze. Non vanno votati», aggiunge Di Maio.

La replica di Renzi: «La riforma? Era cosa nota»

«Lo chieda a De Benedetti visto che è il suo editore... C’era un’agenzia sul fatto che avremmo fatto quella riforma». Matteo Renzi risponde così, a Circo Massimo su Radio Capital, quando gli domandano della telefonata del 16 gennaio 2015, nella quale De Benedetti appunto parla della riforma delle Banche Popolari con il suo broker .

L’affondo dei grillini e il parallelo con gli altri casi bancari

«Una storia quella delle telefonate bancarie del partito oggi guidato da Renzi (per quanto ancora?) che va avanti dai tempi di D’Alema e Fassino con lo scandalo Unipol (“abbiamo una banca”), prosegue con Mps, Banca Etruria e continua con le informazioni e telefonate della tessera numero 1 del Pd, De Benedetti», sottolineano i Cinquestelle nel blog del Movimento. «Le notizie apparse sulla stampa dimostrano la necessità di proseguire i lavori della Commissione banche anche nella prossima legislatura», dichiara il senatore di Idea Andrea Augello, componente della Commissione di inchiesta sulle Banche.

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