Ivano Marescotti, attore, una solida formazione di sinistra e una candidatura alle Europee del 2014 con la lista Tsipras, ha affidato a un post su Facebook il suo endorsement a M5S. Sulla rete si è scatenato il dibattito, alcuni vecchi compagni non l’hanno presa bene.
«Io sono e resto comunista — dice — ho contribuito a fondare il Pd ma me ne sono andato prima dei disastri combinati dagli stessi che ora fanno micro liste di sinistra e quando ancora Renzi, che pure ha fallito clamorosamente, non s’intravedeva all’orizzonte. Il punto è che la sinistra è ininfluente, sconfitta su tutti i fronti, mentre avanza una destra pericolosa. La mia è una decisione meditata, per me ormai il voto non corrisponde più all’adesione a un partito. Non c’è nessuno che mi rappresenti davvero».
Il Movimento sì?
«Nemmeno. Con loro sono sempre stato critico, gli ho sentito dire sciocchezze primordiali e la melina su ius soli e immigrazione mi ha fatto imbestialire. Ma voglio che sia chiaro che non aderisco ai 5 Stelle e che il mio non è un voto di protesta o un semplice vaffa di pancia, ma una scelta strategica. Un voto utile».
Per arrivare dove?
«Ribaltare il tavolo e mettere un argine all’avanzata della destra. Il voto di consolazione non mi interessa più. Visto il fallimento della sinistra e la deriva destro-centrica del Pd, l’unica possibilità per fermare Berlusconi è votare M5S. Su di loro ho molti dubbi ma sugli altri troppe certezze. La spinta decisiva me l’ha data Eugenio Scalfari quando ha detto che tra Di Maio e Berlusconi voterebbe quest’ultimo. Il capo politico del Movimento non lo conosco, è un’incognita, l’altro invece ha ridotto il Paese in macerie».
Invece dal Movimento di Grillo cosa si aspetta?
«Spero che una volta vinte le elezioni si liberino dai legacci e si guardino attorno, magari alleandosi con Liberi e uguali. Del resto tra i grillini ci sono tanti elettori delusi dalla sinistra, alcuni anche tra le mie amicizie ma erano imboscati: l’ho scoperto solo dopo il mio post su Facebook».
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