6 marzo 2018 - 22:16

A Priolo, dove M5S ha preso più voti: «Si muovono come faceva il Pci»

Tra scandali e ciminiere il candidato grillino Ficara conquista il 71% dei voti. Un record

di Felice Cavallaro

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PRIOLO GARGALLO (Siracusa) Per spiegare il boom dei grillini che, nel cuore del Petrolchimico, alle porte di Siracusa, superano il 70 per cento forse bisognerebbe fermarsi incuriositi in pieno centro a Priolo Gargallo. Fra le case a metà di viale Annunziata, sulla soglia della gelateria di Marco Aliffi che, giorno dopo giorno, scruta interdetto il monumento piazzato sul marciapiede di fronte dall’ex sindaco di Forza Italia Antonello Rizza. Per 9 anni alla guida del municipio, ma disarcionato lo scorso novembre dai magistrati che, accusandolo di truffa e di «un consolidato sistema di illegalità diffuso», lo fecero arrestare alla viglia del voto per le Regionali. Con candidatura bruciata. E da qualche settimana con divieto di dimora nel paese di questa ermetica installazione anch’essa alla base di una rabbia rovesciata nel voto grillino.

Un monumento che è un’acrobazia geometrica. Con aste di ferro, legno ed altro materiale assemblato in un ermetico incrocio intitolato la «Porta del lavoro». Ma a ben guardare fu proprio il gran regista di questo trionfo a Cinque Stelle, Giorgio Pasqua, radici a Priolo, eletto deputato regionale all’Assemblea regionale mentre arrestavano il rivale, ad avere avuto i primi dubbi con post rimbalzati da un social all’altro. Perché in quel ferroso intreccio artistico, più che un richiamo al lavoro (che scarseggia), scoprì le iniziali dell’ex sindaco. Appunto, una A e una R. Con tutta l’ironia sul nuovo faraone di Abu Simbel, «sul Ramses II di Priolo Gargallo».

Un’opera liquidata con i 23 mila euro del «Fondo per le vittime dell’amianto», modesto risarcimento della fabbrica di Eternit che ha contribuito a trasformare questo paesone di 11 mila abitanti nel cuore di un inferno dove le ciminiere sputano veleno e ormai si scappa per cercare un lavoro. «Quando non si resta per piangere amici e parenti ammalati di cancro» denuncia Pasqua, dipendente in aspettativa dell’Azienda sanitaria. Avvelenati in quest’area a più alta concentrazione industriale d’Europa dove «la ministra dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo aveva sbandierato 775 milioni per un risanamento che non c’è mai stato», infierisce Pasqua, puntando sulle facce nuove di questo movimento che a Priolo ha registrato il record del 71 per cento con Paolo Ficara, 33 anni, laureato a Messina, specializzato a Ferrara, dentista figlio di dentista, nipote di un veterinario e di un anestesista. Famiglie benestanti, professionisti e profili lontani dalla vecchia politica maneggiona.

La stessa che ha fatto disamorare perfino un democristiano di lungo corso come Pippo Gianni, qui ex sindaco e deputato nazionale per tanti anni, medico, in stand by, animatore scientifico dell’Ona, l’Osservatorio nazionale sull’amianto, anche ieri accanto agli operai, davanti ad una fabbrica chiusa, non lontano da raffinerie e centrale elettrica. Osservate con insofferenza e con un amaro gioco di parole: «Questa è la provincia che con una errata industrializzazione ha creduto di vivere nelle stelle, precipitando nelle stalle e nello stallo dove tanti, bastonati dalla crisi, si aggrappano alle nuove Stelle». Annuisce uno degli operai fuori produzione, un saldatore, coordinatore regionale dell’Ona, Calogero Vicario, di ritorno da Siena per una visita ai polmoni intasati: «Lavoravamo in 30 mila. Siamo meno della metà. Abbandonati dal sindacato, da quelli che erano i partiti di sinistra. E adesso gli unici a promettere qualcosa restano i grillini col reddito di cittadinanza».

Lo dice deluso anche da questa idea che sintetizza in una immagine sgradita «perché il lavoro non è assistenza». Ma indovina il nodo della questione che porta lo stesso Pippo Gianni, tentato da una prossima ricandidatura a sindaco con lista civica, ad analizzare il gran lavoro dei grillini. Attivissimi. Mobilitati di porta in porta. «Come si usava una volta. Come facevano i comunisti. E pure noi democristiani». Pronti ad aiutare chi ha bisogno anche con i quattrini dei deputati. Il tutto «nella patria della rabbia per disoccupazione e malattie», come spiega un grillino della prima ora, Biagio Bonfiglio, un tecnico di computer con due figli ventenni, «in età di emigrazione forzata». Esalta l’impegno degli amici a Cinque Stelle, a cominciare dal dentista neo eletto «sempre presente a banchetti e riunioni», certo che la vittoria a grandi cifre sia merito degli avversari: «Quelli delle promesse mai mantenute. Dateci un altro Crocetta e arriveremo al 90 per cento. Noi continueremo a lavorare di porta in porta». Evitando quelle con sigle personalizzate e commissionate con i fondi dei malati.

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