Milano, 1 novembre 2017 - 22:33

Elezioni Regionali Sicilia, Berlusconi in campo: «Fermare l’immigrazione. Chi sceglie i 5 Stelle non ragiona»

Il Cavaliere, bagno di folla a Palermo. «Con Lega-FdI intesa di governo». Gelo di Salvini. «Se non sei più d’accordo con il tuo partito ti devi dimettere, ci deve essere un vincolo di mandato...»

Berlusconi, Musumeci e Sgarbi (LaPresse)
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Palermo «Siete bellissimi, ma io sarò sempre il più giovane...». Affacciato dal ballatoio della caffetteria «Spinnato», Silvio Berlusconi si concede ai simpatizzanti e ai curiosi che, poi, lo attenderanno per un’ora mentre lui si intrattiene per un aperitivo rinforzato (tè ma anche prosecco, tramezzini, caponata e crocchette) con il candidato governatore Nello Musumeci. Nella bolgia si distinguono Francesca Pascale di bianco vestita, Vittorio Sgarbi (assessore alla Cultura in pectore) e Gaetano Armao che avrebbe la delega all’Economia, i senatori D’Alì e Scilipoti. Al bancone, Gianfranco Miccichè, il regista dell’operazione, se la gode sorseggiando una birra lontano dalla ressa. Dopo la merenda — che evita al Cavaliere un’altra cena con i big locali — telecamere di nuovo scatenate in via Principe di Belmonte dove il leader di Forza Italia stringe mani e risponde ai cronisti: «Indagini sulle stragi di mafia? Non voglio fare commenti a riguardo».

«Nuovo Piano Marshall»

La passeggiata Berlusconi la fa dopo aver tenuto un comizio di 70 minuti al Teatro Politeama in cui parla anche della squadra di governo nazionale in caso di vittoria alle Politiche: «Tre ministri noi, tre la Lega del signor Salvini e due a Fratelli d’Italia della signora Meloni». Da Catania — dove i tre leader oggi parleranno separatamente per poi cenare insieme — Salvini risponde con freddezza: «È meglio che Berlusconi non parli di ministri». E lui di rimando: «Veramente ho parlato solo di numeri». Oggi, dunque, il centrodestra si presenta in ordine sparso: «Dobbiamo colpire separati per vincere», azzardano dallo staff di Forza Italia sorvolando sul fatto che il Cavaliere, tutto proteso verso l’Europa e favorevole a un «nuovo Piano Marshall da 2.000 miliardi per aiutare i Paesi da cui partono gli immigrati», vuole evitare una photo opportunity sul palco con Salvini e la Meloni.

«Immigrazione da fermare»

Il canovaccio del discorso di Berlusconi è quello già ascoltato a Fiuggi e a Ischia: tasse più basse, «immigrazione da fermare», impegno contro l’astensionismo, attacco frontale ai grillini, Pd, Renzi e governo ignorati, un passaggio (senza applauso) sulla lotta alla mafia. Ma qui a Palermo il contesto è diverso: «Questa è la Forza Italia che non ti tradirà mai», spara Gianfranco Miccichè. E poi a scaldare la platea ci pensa lui, il Cavaliere, che punta i Cinque stelle: «Vogliono la patrimoniale, sono pauperisti e giustizialisti... Dunque, chi vota per il M5S è una persona che non ragiona, che non ha a cuore gli interessi dei figli e dei nipoti». Luigi Di Maio (M5S) non gradisce: «Sta offendendo dieci milioni di elettori del Movimento». Berlusconi è un maestro quando ricorda agli elettori di tenere un occhio al portafoglio. È così via la tassa sulla prima casa e il bollo sulla prima auto; mentre le «pensioni minime devono salire a 1.000 euro» ed «Equitalia deve chiudere». Poi un affondo sui cambi di casacca dei parlamentari: «Se non sei più d’accordo con il tuo partito ti devi dimettere, ci deve essere un vincolo di mandato...», insiste il Cavaliere.

«Se sono candidabile, sono presentabile»

Ad ascoltare Berlusconi — oltre ai parlamentari Schifani, Giammanco, Giacomoni, Polverini — ci sono anche Francantonio Genovese (ex Pd, condannato a 11 anni in primo grado, passato a FI) e suo figlio Luigi (studente di Giurisprudenza alla Luiss) ora candidato in Sicilia: «Se sono candidabile, sono presentabile», chiarisce Genovese jr. Berlusconi dal palco non evita l’argomento impresentabili: «Ci sono le preferenze, votate quelli che ritenete i migliori». Musumeci — ex missino della destra legalitaria che nel ’94 fu votato «anche dai comunisti» alla Provincia di Catania — dirà poi al Cavaliere brindando da «Spinnato»: «E meno male che su 300 candidati buoni io ho acceso un faro su questi quattro “scassapagliari”...».

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