Milano, 3 novembre 2017 - 15:24

Renzi: duello tv con Di Maio? Ok La7 E sulle banche: chi ha sbagliato paghi

L’ex premier nella sua Enews settimanale parla dell’incontro tv con il leader grillino: «Preferirei la Rai, televisione pubblica, ma va bene anche un confronto ospiti da Floris»

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«Il confronto con Di Maio sarà martedì 7 novembre in prima serata. Noi preferiamo la Rai che è la tv di tutti e che ha perfino messo a disposizione la prima serata di RaiUno. A me va bene anche Floris, se questa è la condizione di Di Maio per accettare un dibattito che peraltro lui stesso ha lanciato. Comunque vada il Movimento Cinque Stelle potrebbe governare il nostro Paese ed è giusto che i cittadini vedano le differenze. Quindi accetto il confronto e mi impegno a tenerlo dentro una cornice di civiltà e rispetto». Così ha commentato Matteo Renzi nella sua Enews riguardo alla sfida televisiva lanciata dal leader cinquestelle . «Ho accettato - ha aggiunto Renzi - perché ormai siamo in campagna elettorale e comunque il Movimento 5 Stelle è sul proporzionale il nostro principale competitor. Chi sta giocando tutte le proprie carte sul considerare la Sicilia test nazionale è il Movimento 5 Stelle che ha nell’isola la principale roccaforte e deve dimostrare di saper governare un territorio dopo le esperienze davvero difficili di Roma e, ormai è sempre più evidente, anche di Torino».

La Rai: si deve fare da noi

«Non può che essere la Rai la sede naturale del confronto tra Luigi Di Maio e Matteo Renzi. Così come di tutti i confronti che dovrebbero riguardare i leader delle altre forze politiche in occasione della prossima campagna elettorale. Per la missione, per la funzione, per i risultati, per la facilità d’accesso, per la modalità d’uso, la televisione pubblica è garante di autorevolezza, trasparenza e qualità della copertura». È quanto scrivono, all’indirizzo del presidente della Commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico, i consiglieri di amministrazione della Rai Guelfo Guelfi, Rita Borioni, Franco Siddi, Arturo Diaconale, Carlo Freccero e Giancarlo Mazzuca. «Un confronto politico di evidente interesse, che di fatto apre una fase elettorale attesa e delicata, non può muovere da una discriminazione preconcetta di una parte politica sull’emittente pubblica, sulla Rai - scrivono i consiglieri nella lettera a Fico - Né può essere usato come favore commerciale ad una rete concorrente capace di risultati davvero lontani a discapito del valore di servizio. Sono motivi semplici, diretti che rivolgiamo a lei, Presidente Roberto Fico, e ci auguriamo voglia intervenire per il ripristino di condizioni di tutela del servizio pubblico per il quale, solo pochi giorni fa ci siamo riuniti a misurarne l’efficacia e i risultati del primo semestre».

Fico: «Richiesta irrituale e inopportuna»

«Trovo irrituale e inopportuna la richiesta che mi giunge dal consiglio di amministrazione della Rai di intervenire, in qualità di presidente della Commissione di Vigilanza, affinché il confronto televisivo fra Luigi Di Maio e Matteo Renzi si svolga sui canali del servizio pubblico piuttosto che su altre reti. Irrituale perché non compete certo a me intervenire, in qualsiasi forma, per inserire, modificare o eliminare una trasmissione dai palinsesti della Rai. Non l’ho mai fatto e credo che sia mio dovere istituzionale rispettare questo confine anche se a chiedermi di varcarlo è l’azienda stessa». Così Roberto Fico, presidente della Vigilanza, risponde su Facebook alla richiesta del Cda di viale Mazzini di svolgere il confronto tra Matteo Renzi e Luigi DI Maio su un canale Rai

Sulle banche

Nella sua enews l’ex premier ha anche ribadito la sua posizione sulla questione banche e istituti di vigilanza. «I posti di lavoro sarebbero stati di più se le banche avessero lavorato meglio. E invece qualcosa non ha funzionato. Ora che la polemica sul rinnovo del Governatore si è placata, spero sia finalmente chiaro a tutti il senso della posizione del PD sulle banche. Noi diciamo che troppe cose non hanno funzionato: i manager e i banchieri che hanno sbagliato devono pagare, principio sacrosanto. Ma se vogliamo che qualcosa cambi davvero le alte burocrazie di questo Paese devono smettere di buttare la croce addosso ai politici di turno e assumersi anche loro le proprie responsabilità. Chi ha sbagliato, paghi: non è populismo, è giustizia».

Sulla Leopolda

Renzi scatenato anche sulla prossima Leopolda: «L’ottava edizione della Leopolda, L8 per gli amici, si terrà da venerdì 24 a domenica 26 novembre. Sarà una edizione più simile a quella delle origini anche perché quest’anno non ho più in prima persona la responsabilità del Governo e quindi potremo scatenarci di più. Segnatevi la data. Ci divertiremo, c’è un sacco di lavoro ancora da fare. Avanti insieme».

L’incontro con Obama

Il segretario del Pd poi parla del suo viaggio in America. «Sto rientrando da una bellissima iniziativa a Chicago, voluta da Barack Obama per coinvolgere e motivare una nuova generazione di donne e uomini che si impegnino nella cosa pubblica. Contro l’egoismo, contro la superficialità, contro la solitudine del cittadino globale la Fondazione Obama lavora per creare una rete mondiale di ragazze e ragazzi che si impegnino, che si mettano in gioco. Ricordate? Obama ne parlò a Milano. Mi sembra un progetto bellissimo per umanizzare la globalizzazione e per essere cittadini, non solo numeri o carne per algoritmi. A Chicago abbiamo affrontato molti temi, dall’ambiente, alle fake news; dalla forza di quello che in Italia chiamiamo terzo settore fino alla ricerca e alla scienza. Ho approfittato del primo summit della Fondazione Obama per incontrare, insieme alla bravissima Anna Grassellino, giovane scienziata siciliana che oggi lavora al FermiLab ed è responsabile del dipartimento Italiani all’estero del PD, i ricercatori italiani e per parlare in una delle più prestigiose scuole di Business al mondo, la Kellogg della Nortwestern University - prosegue -. Tanto per cambiare sono stato criticato dai nostri oppositori storici, Salvini e Cinque Stelle. La morale è semplice: nessun Paese può farcela da solo. Dobbiamo costruire una classe dirigente capace di affrontare insieme le sfide globali. Partecipare a questi eventi costa fatica e tempo, ma non è tempo perso: stiamo seminando per la prossima generazione di leader. E un politico serio deve pensare anche alle prossime generazioni, non solo alle prossime elezioni».

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