22 ottobre 2017 - 07:30

Referendum, affluenza e risultati live: il Veneto vota il 59,5%. In Lombardia oltre il 30%. Zaia: «Attacco hacker»

In Veneto ha votato ben oltre la metà degli aventi diritto. Zaia esulta: «Chiederemo l’autonomia su tutte e 23 le materie possibili, e i nove decimi delle tasse». Poi annuncia: «Siamo stati sotto attacco hacker, risultati in ritardo»

di Annalisa Grandi, Michela Rovelli

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Già alle 19 il Veneto aveva raggiunto il quorum, necessario perché il referendum sull’autonomia regionale avesse valore. Alle 23, alla chiusura dei seggi, il dato è ancora più eclatante: ha votato il 59,5 per cento dei cittadini aventi diritto. I dati della Lombardia — l’altra regione al voto — sono meno clamorosi: intorno alle 20 aveva votato il 31,81 per cento degli aventi diritto, mentre il dato finale, nonostante il voto elettronico, è arrivato a rilento, e ben oltre un’ora dopo la chiusura dei seggi il presidente Roberto Maroni parlava di «una proiezione» che porta a pensare che l’affluenza «supererà il 40%». In entrambe le regioni , i sì sono stati enormemente più dei no: in Veneto i dati preliminari parlano di un 98% di sì, in Lombardia di un 95%.

Zaia: «Attacco hacker, ma siamo tranquilli»

Il governatore del Veneto Luca Zaia, subito dopo la chiusura delle urne, ha parlato ai giornalisti, denunciando «un attacco hacker»: «Avrei preferito uscire con un dato definitivo. Abbiamo 3 livelli di sicurezza, gli hacker ne hanno superati due», ha detto. «I dati definitivi immagino li avremmo nel giro di qualche ora». «Questo», ha poi proseguito, «è il voto del Veneto. Non esiste il partito dell’autonomia: esistono i veneti, che si esprimono a favore di questa idea, con il senso civico del “paroni a casa nostra”. Nell’alveo della Costituzione si possono fare le riforme». Poi il presidente veneto ha spiegato che cosa chiederà al governo: « Noi chiediamo tutte le 23 materie» sulle quali è prevista maggiore autonomia, «e i nove decimi delle tasse. Incontreremo il presidente del Consiglio nel momento in cui avremo deliberato il nostro progetto negoziale».

Maroni: «Lombardia sia come l’Emilia: vale 23 miliardi»

Il governatore lombardo, Roberto Maroni, ha parlato poco dopo Zaia, dal palazzo della Regione Lombardia. Considera «un successo» il sistema di voto elettronico: «I paventati attacchi hacker non si sono visti: il sistema è sicuro. Abbiamo sperimentato il futuro del voto». Nel merito, continua il governatore lombardo, questo «non è stato il referendum di Maroni, della Lega o di una parte politica, è stato il referendum dei lombardi. Voglio ringraziare i 3 milioni di lombardi che sono andati a votare. Io non esulto, sono felice. E chiederò che la Lombardia abbia lo stesso trattamento dell’Emilia Romagna sul residuo fiscale: si tratta di 23 miliardi, solo per essere trattati come l’Emilia Romagna». Quanto alla squadra per trattare con il governo, ha proseguito Maroni, «chiederò all’Anci Lombardia di darmi una delegazione. Quindi lascio a loro scegliere. Se chiedessero a me chi voglio, Gori perché si è espresso molto. Sala? Ho un buon rapporto con lui, ma se non è andato a votare, mi pare difficile possa far parte della delegazione». I tempi? «In un paio di settimane possiamo mandare le nostre richieste al governo, che ci deve dare risposta entro 60 giorni».

Il governo: pronti a trattare

Da oggi in poi, come spiega Dino Martirano in questo pezzo, le due Regioni potranno chiedere al governo di avviare una trattativa per ottenere maggiori competenze in 20 materie concorrenti, tra cui il coordinamento della finanza pubblica, lavoro, energia, infrastrutture, e in tre per ora esclusive dello Stato: giustizia di Pace, istruzione e tutela dell’ambiente e dei beni culturali. In caso di intesa fra Stato e Regioni il tutto dovrà tradursi in una legge che dovrà essere approvata a maggioranza assoluta da entrambe le Camere. «L’esito del referendum in Lombardia e Veneto», ha detto Gianclaudio Bressa, sottosegretario per gli Affari regionali, alla chiusura dei seggi elettorali in Lombardia e Veneto, «conferma l’importante richiesta di maggiore autonomia per le rispettive regioni. Il governo, come ha sempre dichiarato anche prima del voto di oggi, è pronto ad avviare una trattativa per definire le condizioni e le forme di maggiore autonomia e le relative, necessarie, risorse finanziarie, come del resto sta già avvenendo con la regione Emilia Romagna, che ha già approvato una legge di attuazione dell’articolo 116 comma III della Costituzione».

Bossi: «L’autonomia blocca l’indipendenza»

Umberto Bossi, fondatore della Lega Nord, ha votato al referendum nel suo seggio in via Fabriano, a Milano. Non lontano dalla sede federale di via Bellerio. «Per me sì», l’indipendenza resta un sogno, ha detto ai giornalisti, a cui è apparso incuriosito dal voto elettronico. Ma il «Senatùr» ha anche detto che «l’autonomia blocca l’indipendenza». Riguardo all’obiettivo che il governatore Maroni si era prefissato, un’affluenza al 34 per cento, ha commentato: «Spero di più».

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