1 marzo 2018 - 16:53

Salvatore Giuliano, il ministro dell’Istruzione M5S «amico di Renzi»

È polemica sul preside dell'Itis Majorana di Brindisi, che Di Maio vuole all’Istruzione: «Disse sì alla Buona scuola». Lui replica: «L'amicizia è un'altra cosa». Ma spunta un video in cui Giuliano sostiene il pd. Ed è ancora consulente Miur per il digitale a scuola

di Antonella De Gregorio

Salvatore Giuliano (Ansa) Salvatore Giuliano (Ansa)
shadow

Dall'ufficio di presidenza alla poltrona di ministro, il passo per Salvatore Giuliano potrebbe essere breve. Classe 1967, dirigente scolastico dell'Istituto tecnico industriale Majorana di Brindisi, se il Movimento Cinque Stelle dovesse incassare la vittoria alle politiche del 4 marzo, sarebbe il primo dirigente scolastico catapultato al ministero dell'istruzione. «Nominato» da Di Maio nel corso della trasmissione L’aria che tira, su La7, il battagliero preside pugliese è avvezzo a cavalcare le cronache: da quando, nel 2009, ha «importato» in Italia, dal MIT, nel suo istituto pugliese, la novità dei libri «autoprodotti dai docenti». Ma il suo debutto sulla scena politica è partito con uno scivolone: mentre il leader grillino in trasmissione bocciava senza appello la riforma della scuola, Giuliano diceva che «no, non va abolita ma migliorata». Salvo poi sparare a zero: «La Buona Scuola? Tutta da buttare e da riscrivere da capo». Una presa di posizione che ha spiazzato il segretario del Pd, Matteo Renzi: «Salvatore Giuliano è un nostro amico, è un consulente della Giannini e della Fedeli. È un preside, anche bravo, che ci ha aiutato a scrivere la riforma della Buona scuola. In tanti momenti, anche di polemiche e insulti, lo ricordo darmi il sostegno pubblico: "presidente sono con lei, vada avanti"».

«L'amicizia è un'altra cosa»

«Ma quale amicizia? - replica Giuliano - Ho appena scoperto di essere stato quello che ha scritto la Buona Scuola, ma non ho scritto un rigo. Scopro di avere amicizie importanti, ma io l'onorevole Matteo Renzi l'ho visto due volte in pubbliche occasioni. Ho una concezione di versa di amicizia». E ha aggiunto: «Questa mattina in una trasmissione ho usato forse un termine troppo morbido, dicendo superiamo la riforma. Allora dico riscriviamola».

Quando Giuliano sosteneva Renzi

Sfodera però un video, il segretario del Pd, per smascherare il «nemico» e lo twitta sul suo profilo. «Novembre 2015», recita la didascalia dell'intervento all’Italian Digital Day, organizzato a Venaria dal governo. Con l'aspirante ministro che dice a Renzi: «Noi siamo pronti a migliorare questo Paese. La scuola è con lei, Presidente! Vada avanti». «Non ha scritto la riforma? L'avrà letta. Ma era consulente del ministro, immagino pagato, su questi temi», ha detto l'ex premier a Carta Bianca, su Rai3.

«Firmò appello Buona Scuola»

«L'imbarazzo del preside e del M5s in queste ore è assolutamente evidente», ha commentato il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, capolista di Liberi e Uguali. «Il fatto che sia stato fra i promotori pubblici di un appello a favore della cosiddetta Buona scuola e abbia invitato a non scioperare il 5 maggio del 2015 mentre centinaia di migliaia di insegnanti e studenti affollavano le strade di tutta Italia, pone quanto meno un problema di coerenza politica».

Buona Scuola sì o no?

Giuliano - che è laureato in Economica all'università degli studi di Lecce, componente dell'associazione nazionale dei presidi (Anp) e membro del gruppo Avanguardie educative dell'Indire - è stato nello staff dell'ex ministra Stefania Giannini, in qualità di esperto sui temi legati alla formazione dei dirigenti scolastici e all'attuazione del Piano nazionale Scuola digitale. E ancora oggi figura in ben due team di consulenti nominati a novembre dal Miur: uno per mappare e diffondere il digitale a scuola (Guarda il documento) l’altro per elaborare le linee guida sull’uso degli smartphone in classe. Di Maio, dei (precedenti?) incarichi di Giuliano si è limitato a dire: «Sostenne la Buona Scuola nel 2015 ma è uno dei tantissimi italiani delusi da Renzi». Ma proprio la Buona Scuola rischia di essere il punto di confronto più caldo, all'interno del movimento.

La riforma

Anche perché le idee non sembrano collimare. La conduttrice della trasmissione, Myrta Merlino, non si è lasciata sfuggire l’esitazione del prside 2.0 nello sconfessare la legge targata Pd e ha subito twittato: «Il bello della diretta». Anche se poi Giuliano, dopo essersi detto «non contrario alla riforma», a telecamere spente, ha detto: «La Buona scuola è un provvedimento disastroso, che ha distrutto la vita di migliaia di insegnanti». E precisato: «Le mie parole sono state strumentalizzate». Cosa succederebbe quindi del Piano di riforma? Non si sa.

Le proposte

Per il progetto Book in Progress - libri di testo in formato e-book scritti dagli 800 docenti della rete nazionale con capofila l’ITIS Majorana di Brindisi e stampati all’interno delle scuole - la scuola e il suo vulcanico dirigente sono entrati a far parte della rete globale delle Scuole Changemaker di Ashoka, che ha selezionato le scuole italiane più all'avanguardia, per capacità innovativa. Da allora, è stato un crescendo di idee «hi-tech» - dal registro elettronico, all'iPad a scuola, in sostituzione di zaino e volumi vari; dall'area relax in classe, all'«Oculus Rift», il visore per la realtà virtuale - apprezzate da tecnici e ministri, molti dei quali hanno visitato la scuola brindisina in diverse occasioni istituzionali o ne hanno approvato i progetti. Anche Luigi Di Maio, candidato premier del M5s, si è recato a scuola il 9 febbraio scorso, visita che precedette un evento elettorale e che aveva suscitato più di qualche polemica. La sua ultima proposta? L'ingresso a scuola alle 10, per assecondare i ritmi del sonno dei ragazzi. «In questo modo - assicura - impareranno di più».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT