Milano, 12 novembre 2017 - 21:57

Massimo Giletti debutta su La7, auguri di Fiorello e scoop su Tulliani

Domenica sera la prima puntata del nuovo talk del giornalista: «Ho versato lacrime, ma in fondo al tunnel c’e sempre una luce e si arriva in un mondo migliore»

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«Quando uno entra in una tempesta spera solo di attraversarla e fare in fretta. Quando il direttore generale della Rai Orfeo mi ha comunicato la sua intenzione di chiudere l’Arena me ne sono andato sbattendo la porta». Completo scuro, giacca e cravatta, Massimo Giletti apre la sua nuova esperienza professionale (Non è l’Arena, ogni domenica su La7) riannodando i fili con un passato che non può dimenticare, «27 anni in un’azienda che amavo», la «nostra azienda» — dice — come se ne facesse ancora parte. «Sono entrato ragazzo e sono uscito giornalista — gior-na-li-sta, scandisce Giletti —, c’era qualcuno che non l’aveva capito. Mio padre mi ha insegnato a non perdere mai la dignità, se avessi accettato quel compromesso avrei tradito me stesso ma anche voi, i quattro milioni di spettatori che sono sempre stati i veri padroni dell’Arena. Ho versato lacrime, ma in fondo al tunnel c’e sempre una luce e si arriva in un mondo migliore»: gli applausi del pubblico (nel nuovo studio da oltre mille metri quadrati) si mescolano alle note della canzone di Vasco Rossi («Un mondo migliore», appunto).

Prima che inizi il talk (ospiti Alessandra Moretti, Nunzia De Girolamo, i giornalisti Giannini e Chiocci) c’è spazio anche per il videomessaggio di Fiorello: «La Rai non ha capito e ha lasciato andare uno come te, ma quel gran volpone di Cairo ha colto l’occasione. In bocca al lupo per quello che farai». Si entra nel vivo del dibattito, l’argomento di partenza è il caso Tulliani, il cognato di Fini e la casa di Montecarlo, il dubbio che Fini sapesse o meno quanto accadeva. Sulla questione il programma è riuscito a fare uno scoop ancor prima di andare in onda: Tulliani è stato arrestato (dieci giorni fa) a Dubai proprio mentre un giornalista di Non è l’Arena gli dava la caccia.

Prima di andare in onda Giletti era stato ospite del Faccia a faccia con Minoli (alle 14) ed era stato pungente sul suo addio alla Rai. Si era chiesto: «Può un direttore generale chiudere un programma che fa 4 milioni e porta pubblicità? La mia lettura è che si avvicinavano le elezioni e bisognava normalizzare l’informazione e chiudere il programma». La colpa ha un nome e cognome: «Con Campo Dall’Orto avevamo chiarito che avrei fatto sia l’Arena sia il sabato sera su Rai1. Poi è arrivato Orfeo... Che senso ha chiedere a un giornalista di fare solo un varietà al sabato sera? Non sono Pippo Baudo». Oggi il risultato degli ascolti in una sfida a distanza con Fazio e la corazzata di Rai1: «È Davide contro Golia, per ora è successo una sola volta che vincesse il secondo...».

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