23 gennaio 2018 - 08:53

Rocco Chinnici, in tv il film con Sergio Castellitto: chi era il magistrato ucciso dalla mafia

In «È così lieve il tuo bacio sulla fronte» la sua storia, raccontata dalla figlia Caterina: Chinnici fu ucciso da un’autobomba il 29 luglio del 1983, aveva 58 anni

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Si chiama «È così lieve il tuo bacio sulla fronte» la fiction ispirata al romanzo che porta la firma di Caterina Chinnici, figlia del magistrato ucciso dalla mafia il 29 luglio del 1983, a Palermo. A vestire i panni di suo padre, uno dei mostri sacri del cinema italiano, Sergio Castellitto.

La fiction ripercorre la storia di un magistrato che, racconta Caterina «Ha saputo dare un senso alla sua esperienza di uomo, alla sua esperienza di padre». Guidato da Antonino Caponnetto è in quello che sarebbe diventato il «pool antimafia», nella Palermo degli anni Ottanta. È l’inizio della guerra fra la mafia e lo stato. E lui, Rocco Chinnici, è una delle vittime. Una Fiat verde imbottita di tritolo gli esplode davanti alla casa, in via Pipitone, a Palermo. Uccide lui e due uomini della scorta.

«La messinscena di quell’attentato ne ha fatto un atto di guerra, un gesto con il quale la morte è stata portata sotto casa» ha detto Castellitto che in tv veste i panni del magistrato. Un magistrato, un uomo e un padre, di tre figli, questo era Rocco Chinnici. Quando lo uccisero i giornali titolarono «Palermo come Beirut». Non fu il primo magistrato a essere ucciso, ma il primo per cui la mafia usò un’autobomba. «Mio padre era un uomo molto semplice, non gli sarebbe piaciuto essere chiamato eroe» ha raccontato la figlia Caterina.

Nella foto da sinistra Cristina Dell’Anna, Sergio Castellitto e Caterina Chinnici Nella foto da sinistra Cristina Dell’Anna, Sergio Castellitto e Caterina Chinnici

Quando fu ucciso Rocco Chinnici era capo dell’ufficio istruzione di Palermo. Erano le 8 e 5 del 29 luglio 1983: uscito dal portone un’auto imbottita di tritolo esplode e travolge e uccide lui, i due agenti della scorta Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta, e il portinaio del condominio Stefano Li Sacchi. «Io e mia sorella sentimmo un boato, sembrava la fine del mondo. Era successo qualcosa di tremendo a papà. Lo capimmo subito, senza neanche affacciarci al balcone. Scendemmo precipitosamente, dal terzo piano, giù per le scale. C’era fumo, fumo dappertutto. Vedemmo prima il corpo del portiere, a terra, il povero Stefano, ma non riuscivamo a trovare papà. Girammo attorno, con l’angoscia nel cuore. Lo scoprii io. Gridai a Elvira: “Guarda, è lì”. Non auguro a nessun figlio, anzi proprio a nessuno, di vedere con i propri occhi uno strazio simile. Ci chinammo, urlammo di disperazione, ci abbracciammo. Poi rimanemmo ammutoliti» ha raccontato Caterina.

Quando morì Rocco Chinnici aveva 58 anni. Per quell’omicidio sono stati indicati come mandanti i fratelli Nino e Ignazio Salvo: dodici persone sono state condannate all’ergastolo e quattro a diciotto anni di reclusione. In tv, la storia che sua figlia ha messo nero su bianco, la racconta Michele Soave. Nei panni di Caterina Chinnici Cristiana Dell’Anna.

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