Milano, 5 ottobre 2017 - 22:05

Qualificazioni Mondiali 2018: Italia-Macedonia a Torino, gli azzurri per blindare il playoff

Ventura: «Se siamo caduti nel ranking non è colpa mia ma dei tre anni precedenti»

Il c.t. della Nazionale Gian Piero Ventura (Afp)
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È una specie di amarcord. Gian Piero Ventura torna nello stadio in cui è stato 5 anni, abbraccerà il presidente Cairo e manderà in campo quattro ex granata, vecchi discepoli, che hanno preso strade diverse: Zappacosta e Darmian sugli esterni, Immobile e Verdi nel tridente con Insigne.

Ma non c’è spazio per i sentimentalisti nella notte azzurra. Il calcio ha regole precise e quello che conta stasera contro la Macedonia non saranno gli abbracci, né la commozione, ma i punti: ne manca uno per blindare il secondo posto nel girone (forse neppure quello considerando che l’Albania difficilmente vincerà in Spagna), 3 per avere la certezza di un posto tra le 8 che a metà novembre si giocheranno il Mondiale. Ventura l’approdo ai playoff lo dà per scontato come emerge dal siparietto con un giornalista macedone alla fine della conferenza della vigilia. La domanda è provocatoria: scusi mister, ma se perde stasera dà le dimissioni? Il c.t. lo guarda stranito e replica: «Forse lei non lo sa, ma noi siamo già qualificati per i playoff». Lo dice e lo ripete. Poi, nella pancia dello stadio, chiarisce: «Non lo siamo aritmeticamente, ma ormai ci siamo...».

Speriamo che sia così. Gli spareggi sono la nostra unica speranza sulla strada diventata improvvisamente sdrucciolevole verso Mosca. L’obiettivo è persino elementare: andare in Russia per evitare di finire dentro la storia dalla porta sbagliata. Vincere oggi e lunedì sera a Scutari in Albania, dove ci aspettano quasi fosse un derby, è indispensabile per scalare posizioni nel ranking Fifa e avere la possibilità di essere teste di serie il 17 ottobre al sorteggio di Zurigo. E proprio il ranking, gelido e complesso groviglio di numeri, manda in bestia l’allenatore azzurro. Ventura ai microfoni Rai se la prende con i suoi predecessori, Prandelli e Conte. «Non è colpa mia se siamo finiti al 17° posto. Da quando sono in Nazionale ho vinto 8 partite su 12. Questa situazione dipende dai tre anni precedenti e da un Mondiale (quello in Brasile, ndr) fallito». Tralasciando che Prandelli ci ha portato sino alla finale dell’Europeo 2012 e al terzo posto nella Confederations 2013 e che con Conte, nel 2016, siamo usciti nei quarti contro la Germania soltanto al 18° rigore dopo un’esaltante battaglia.

La batosta in Spagna ha lasciato in eredità un pesante carico di negatività, acuito dalle gravi assenze di De Rossi, Verratti e Belotti. Ventura non ci sta: «Non siamo depressi, non so da dove salti fuori questa parola. Vogliamo vincere queste due partite per prendere i playoff da posizione privilegiata». Chiellini lo conforta: «La situazione è chiara e sappiamo cosa dobbiamo fare. A noi queste tragedie non ci scalfiscono» e chissà se voleva essere una risposta al presidente del Coni Malagò che, nei giorni scorsi, aveva usato questa iperbole per commentare l’eventuale esclusione dai Mondiali.

Per fortuna ora si gioca. Ventura ha scelto il sistema (3-4-3) e i soldati per la prima battaglia, dando fiducia a Gagliardini accanto a Parolo e a Verdi, entrambi al debutto da titolari. Bernardeschi potrebbe essere il primo cambio. Torna la difesa a tre, la BBC che in azzurro manca da 13 mesi e il c.t. confida nei gol di Immobile, altro ex granata, peraltro diffidato e quindi a rischio squalifica per l’Albania e soprattutto per i playoff. Sono davvero giorni difficili.

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