4 aprile 2018 - 22:42

Il day after della Juventus tra idee di rifondazione e lo scudetto da vincere

Allegri pensa a come cancellare il contraccolpo Real, una Cardiff in miniatura ma violenta. E se il cambio riguardasse la panchina, sarebbe l'ultimo sforzo di questo ciclo

di Paolo Tomaselli

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Quello che Massimiliano Allegri temeva, nei suoi peggiori pensieri, si è verificato: una Cardiff in miniatura, ma comunque violenta, si è abbattuta sulla Juventus nel momento chiave della stagione. E il contraccolpo sulla volata scudetto diventa adesso il principale problema da risolvere per l’allenatore bianconero. Le magie di Ronaldo, le geometrie di Kroos e gli slalom di Marcelo incidono anche sul futuro più a lungo termine, perché accelerano quella che sarà la transizione verso una nuova Juve. «Rifondazione» è un concetto forte, che vale soprattutto per la difesa.

Se poi il cambiamento dovesse interessare la guida tecnica di Allegri, allora davvero quello del prossimo mese e mezzo potrebbe essere l’ultimo sforzo prima della chiusura di un ciclo. Max dribbla la preoccupazione per il contraccolpo: «Sono dispiaciuto. Bisogna reagire e pensare al campionato. Non rischiamo di compromettere la stagione adesso». Nella notte poi l’allenatore ha affidato ai social un altro pensiero, per frenare l’onda lunga dello scoramento: «Capisco la delusione. È giusta. Ma io faccio fatica a rimproverare una squadra che ci ha provato, contro i migliori al mondo. Nello sport e nella vita c’è chi dimostra di essere più bravo: lo si applaude e si continua a lavorare per diventare come lui. Ora rialziamoci in fretta!».

Diventare come Real e Barcellona sembra impossibile. E se serviva un’ulteriore conferma, è arrivata martedì sera. Nuda e cruda. Soprattutto se gli attaccanti non fanno la differenza, Dybala ma anche Higuain, che al momento del dunque non lascia mai il segno. La ripartenza juventina li vedrà protagonisti? Per il prossimo mese e mezzo non c’è dubbio, perché mancano ancora le sfide con Napoli, Inter e Roma, oltre alla finale di Coppa Italia con il Milan del 9 maggio. Ma il ridimensionamento europeo pone degli interrogativi: il meglio di Higuain è già alle spalle? Il livello di Dybala è questo? Di sicuro la Juve ha bisogno di un attaccante capace di integrare o sostituire i due. E Mandzukic non sembra più il profilo giusto: meglio un giocatore più giovane e duttile, alla Martial.

La batteria degli esterni d’attacco è una delle basi da cui ripartire e Bernardeschi può diventare uno degli uomini chiave. Anche per tornare a rimpolpare la colonia azzurra: Buffon lascerà, Chiellini e Barzagli no. Caldara e Spinazzola sono due innesti interessanti in prospettiva: l’arrivo di un centrale di nome (alla Gimenez) non è affatto escluso. Potrebbe arrivare Darmian, ma sulla sinistra con la partenza di Asamoah e forse quella di Alex Sandro, non è detto che basti. Il centrocampo è il settore più delicato a cui mettere mano: Marchisio è tentato dagli Usa e in ogni caso non è più un titolare a certi livelli. Pjanic è tentato dal Psg, Khedira potrebbe a sua volta cercare fortuna in America. Emre Can (difficile) e Pellegrini (probabile) sono i nomi più caldi per abbassare l’età media e alzare il tasso tecnico. Ma tutto parte dall’allenatore: non ci sono per ora elementi che fanno pensare a un addio di Allegri, ma la gestione del «trauma» Real nelle prossime settimane sarà un banco di prova anche per lui. Tra partire e (ri)partire c’è una bella differenza.

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