7 aprile 2018 - 21:55

Diritti Tv tra pubblicità e prezzo minimo: tutte le parti invocano l’Antitrust contro MediaPro

Il gruppo spagnolo mette al bando i pacchetti pubblicitari, per Sky violando le direttive del Garante poiché non si limita a produrre contenuti editoriali. La Lega sta alla finestra

di Monica Colombo

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Chi ha lavorato alla stesura del nuovo bando lo definisce un modello interessante, «capace di aprire verso l’alto ma anche verso il basso». Tradotto: la pubblicazione dei pacchetti relativi ai diritti tv del campionato 2018-2021 che Mediapro ha reso noti venerdì notte sono potenzialmente appetibili per chi aspira a entrare nel mercato e ritagliarsi fette di esso (tipo le piattaforme Internet o le compagnie telefoniche) o chi ha ambizione di conservarne la leadership, come Sky. L’obiettivo primario è tutelare il consumatore, fa notare chi ha assistito il gruppo spagnolo che da intermediario indipendente ora dovrà rivendere i diritti tv ai broadcaster.

A scorrere le sessanta pagine del documento all’occhio risultano due novità sostanziali. La prima è che Mediapro vende prodotti audiovisivi con 270 minuti di produzione con pre e post partita (appetibili perciò per gli Ott e le telco) e che gli spazi pubblicitari sono commercializzati dal gruppo iberico stesso. La conseguenza è che Sky, come ogni altro broadcaster interessato a raccogliere in proprio la pubblicità e a confezionare un prodotto editoriale personalizzato, dovrebbe acquistare a parte i pacchetti opzionali. Da Santa Giulia fanno notare che il bando sfida le direttive dell’Antitrust che aveva proibito al colosso iberico di produrre contenuti editoriali e di commercializzare la pubblicità. Chi è vicino a Mediapro controbatte che nel caso in cui l’Authority dovesse intervenire, vigilerebbe caso mai sull’accordo siglato la scorsa settimana fra Sky e Mediaset che pone il gruppo di Murdoch in potenziale posizione di monopolio.

Insomma la pace è un’altra cosa, considerando pure che per la prima volta nel bando non vengono indicati i prezzi minimi a cui le offerte si dovranno attenere. Sono indicati in un documento conservato dal notaio e che verranno svelati nel momento stesso in cui si apriranno le buste dei broadcaster (le offerte dovranno pervenire entro le 23.59 del 21 aprile). La mossa viene spiegata nella direzione di voler stimolare il mercato. D’accordo, ma se nel precedente bando, per piattaforma come l’attuale, in totale vennero messi sul piatto 830 milioni ora dopo il matrimonio fra Sky e Mediaset le offerte lieviteranno?

Il dubbio resta: infatti il giorno chiave di tutta la spinosa vicenda è il 26 aprile, termine ultimo fissato a Mediapro (che deve rientrare dall’investimento di 1,05 miliardi annui) per presentare le fideiussioni da 1 miliardo e 200 milioni. Cosa succederà? Sky ora ha la palla in mano e ha la possibilità di decidere la partita: se vuole il calcio lo dovrà pagare (a parte anche le licenze per trasmettere in bar e hotel), altrimenti la Lega si cautelerà con l’ipotesi del canale. Le discussioni in assemblea tra i club, divisi su posizioni opposte, non mancherebbero... To be continued.

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