17 gennaio 2018 - 20:19

Russia, ispettori antidoping allo stadio: gli atleti si fingono malati

Campionati indoor di atletica a Irkutsk: all’arrivo dei medici, per non farsi trovare si dileguano nel vuoto in 36. Dodici hanno presentato il certificato: influenza improvvisa

La russa Anna Chicherova, medaglia revocata per doping (Getty Images)
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Con una temperatura media di 32 gradi sottozero, nel mese di gennaio la città siberiana di Irkutsk non è propriamente il luogo ideale dove praticare sport. Per fortuna c’è la Irkutsk Arena, un modernissimo impianto al coperto dove lo scorso weekend si sono svolti i campionati confederali indoor di atletica leggera con quasi 200 atleti iscritti in dodici specialità diverse. Campionati purtroppo flagellati da un’improvvisa epidemia d’influenza: alla comparsa degli ispettori della Rusada (l’agenzia nazionale antidoping, sospesa dall’attività internazionale ma operativa sul territorio russo) 36 concorrenti si sono dileguati senza che i medici siano stati in grado di bloccarli. Dodici di loro hanno presentato un certificato medico il giorno successivo, gli altri non hanno nemmeno provato a giustificarsi. Aspetto preoccupante, due terzi dei “fuggitivi” aveva meno di 23 anni: così giovani, cosi veloci nell’individuare e schivare i controlli.

Alle prese con enormi problemi d’immagine a livello internazionale, Andrei Kruporushnikov, direttore della Federazione russa, ha annunciato provvedimenti («Tutti gli atleti che non si sono presentati alle gare saranno posti sotto stretta sorveglianza della Rusada che avrà diritto anche a operare perquisizioni nei loro confronti») continuando però a negare il doping di Stato: «A livelli regionali la nostra atletica ha senz’altro dei problemi, infatti stiamo inviando ispettori in tantissime gare per reprimere il fenomeno. Ma il nostro team di alto livello è il più controllato del mondo».

La federazione internazionale di atletica (Iaaf) – che continua a mantenere la sospensione della Russia dalle competizioni – la pensa diversamente. Tra i Giochi Olimpici di Pechino 2008 e quelli di Londra 2012 sono ben 17 le medaglie revocate ai russi dopo le rianalisi dei campioni di sangue e urina congelati. Molti dei loro eredi sembrano, purtroppo, avviati sulla stessa strada e le richieste della Iaaf per riammettere l’ex Unione Sovietica nel consesso internazionale («Ricreare un ambiente sano dalle basi al vertice del movimento» ha detto lo scorso novembre il presidente Sebastian Coe) paiono del tutto disattese anche nel gelo siberiano.

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