Milano, 5 dicembre 2017 - 18:24

Salvini col mitra nella caserma di Firenze? È il poster di un videogioco satirico

A fianco della bandiera del secondo Reich era appesa anche la locandina di un videogame che si chiama Call of Salveenee. Il suo ideatore: «Nessun legame con movimenti di destra. Facciamo solo satira sulle esagerazioni della politica»

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Rischia punizioni esemplari e sanzioni il carabiniere 24enne che ha appeso la bandiera del secondo Reich nella sua stanza della caserma dei carabinieri Baldissera, a Firenze. Nel video, girato dal giornalista del sito ilfirenze.it Matteo Calì, che mostra la parete decorata da uno dei simboli della propaganda neonazista, si intravede anche un altro poster. Un Matteo Salvini «agguerrito» — ma elegantemente vestito in giacca e cravatta — che inforca un mitra e guarda con sfida davanti a sé. Da dove arriva? Cosa rappresenta? Anche questa immagine viola le regole dell’Arma?

Cos’è «Call of Salveenee»

Il poster è in realtà la locandina di un videogioco che nasce nell’agosto nel 2015 dall’idea di un ragazzo pisano di 25 anni, Marco Alfieri. Ha preso ispirazione dal famoso sparatutto «Call of Duty» per creare una nuova — e ironica — versione che ha chiamato «Call of Salveenee», grazie poi a due amici grafici entrati nel progetto. «Era periodo di campagna elettorale — racconta — e l’argomento principale dei partiti di destra era la battaglia per riportare a casa i marò (i due militari allora ancora in arresto in India dopo che avevano sparato contro un peschereccio e ucciso due uomini a bordo scambiandoli per terroristi nel 2012 ndr.). Da lì ci è venuto in mente di creare un gioco satirico». Che, precisa, «non ha nulla a che vedere con l’apologia di estrema destra». Inizialmente l’unico protagonista era Salvini — o meglio, Salveenee — che lancia ruspe, ma anche gattini sugli avversari. Poi sono arrivati anche gli altri leader della politica italiana — anche se, specifica Alfieri, «il videogioco è sul populismo, non sulla politica» — tutti a contendersi il favore dell’elettorato. Da Renzie che distrugge i nemici con gli 80 euro a Gryllo che spara scie chimiche e siringhe di metodo Stamina. Fino a Berlusca che uccide chi si mette sulla sua strada evocando le alleate «minorenni». Poi Sgarbie (la sua arma, ovviamente, sono le capre), Dibba (che tira vaccini e libri di grammatica) e Adinolphi, soprannominato «l’eroe del gender». Alfieri racconta che il carabiniere di Firenze ha acquistato il poster e il videogioco al Lucca Comics: «Lo vendo alle più importanti fiere del settore a 10 euro. Dopo questa storia, quando mi presenterò agli stand con quella locandina, la gente cosa potrà pensare?».

Le critiche della Lega

Il videogioco «Call of Salveenee» non era passato inosservato già al suo debutto. L’esponente della Lega Gianluca Buonanno, morto in un incidente d’auto nel 2016, l’aveva duramente criticato sostenendo che istigasse alla violenza. E aveva anche minacciato Alfieri di querela, con tanto di risarcimento da 500mila euro «che sarebbero serviti ad aiutare le famiglia dei marò — ricorda —. E poi però aveva aggiunto “con la tua abilità, se facessi un gioco su Renzi lo comprerei senz’altro”». Il videogioco, assicura, è evidentemente satirico: «La morale di quel gioco è quella di stare attenti alla disinformazione e ai discorsi ingrossati dei politici. Riguarda il populismo e la diffusione di fake news».

Il poster non poteva stare in caserma

Secondo lo sviluppatore pisano, «questo poster non aggrava la situazione del carabiniere, per non dire che forse lo scagiona», ipotizzando che non si rendesse conto o non sapesse del significato della bandiera accanto alla locandina del suo videogioco. Ma ammette: «Sicuramente la caserma è il posto sbagliato per appenderla». E infatti anche in questo caso il 24enne avrebbe infranto una regola dell’Arma, che vieta, all’articolo 1.483 del Codice dell’ordinamento, ai militari di «partecipare a riunioni e manifestazioni di partiti e organizzazioni politiche, nonché di svolgere propaganda a favore o contro partiti o candidati a elezioni». Ecco, sia che il carabiniere di Firenze guardasse con soddisfazione il mitra impugnato da Salvini, sia che lo denigrasse, comunque quel poster non doveva trovarsi lì.

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