Milano, 26 novembre 2017 - 12:37

Manovra, ok a emendamento pensioni e via libera alla web tax

Stop all’aumento dell’età pensionabile per 14.600 lavoratori «gravosi». Ok della Commissione all’imposta del 6 per cento su ricavi digitali: vale 114 milioni dal 2019

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La Commissione Bilancio del Senato ha dato il via libera, nel corso dell’esame della manovra, all’emendamento del governo sulle pensioni. Astenuti Mdp e Movimento 5 Stelle. Il testo recepisce l’accordo con Cisl e Uil ed esclude dall’aumento dell’età pensionabile 15 categorie di lavori gravosi, per un totale di 14.600 lavoratori. Nel pomeriggio di domenica il M5S aveva commentato: «Per i lavori gravosi il governo ha avuto il coraggio di presentare un emendamento per anticipare la pensione di appena 5 mesi. Se è uno scherzo non è divertente. Ci aspettiamo parità di condizioni e non accettiamo alcun gioco al ribasso sulla pelle dei lavoratori».

L’imposta sulle transazioni digitali

Via libera della commissione Bilancio del Senato alla web tax, l’imposta sulle transazioni digitali. L’emendamento alla manovra è stato approvato questa mattina corredato dalla relazione tecnica, da cui si evince che il gettito atteso dalla nuova imposta al 6% sulle transazioni digitali è pari a 114 milioni di euro annui a partire dal 2019, anno di entrata in vigore. Di conseguenza, il finanziamento del Fondo per le esigenze indifferibili passa nel 2019 da 330 milioni a 444 milioni di euro.

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L’ultima versione, riformulata e approvata, dell’emendamento a prima firma Massimo Mucchetti, presidente della Commissione Industria del Senato, prevede l’esclusione dall’imposta delle imprese agricole e dei «soggetti che hanno aderito al regime forfetario o al regime di vantaggio per i contribuenti di minore dimensione». Come annunciato, non saranno più le imprese a operare da sostituti d’imposta ma gli intermediari finanziari, a partire dalle banche. Entro il 30 aprile 2018 il ministero dell’Economia dovrà emanare un decreto ad hoc per individuare i servizi da sottoporre all’imposta.

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