Milano, 26 ottobre 2017 - 21:23

Le domande del Papa agli astronauti in orbita: «Quale posto ha per voi l’uomo nell’universo?»

Bergoglio si è collegato con la Stazione Spaziale Internazionale. A Francesco a Nespoli e colleghi: «Siete un esempio per tutti»

di Luigi Accattoli

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Come già Benedetto XVI nel 2011 anche Francesco ha fatto ieri un colloquio in diretta audio e video con un gruppo di astronauti in orbita a 400 chilometri dalla Terra. Ha chiesto com’era il pianeta visto dall’alto e gli hanno detto che appariva «senza confini, fine e labile, fragile». Colpito dal sentirsi dire da lassù quello che pensa e predica da quaggiù, ha chiesto ancora se qualcosa li aveva sorpresi, nell’esperienza straordinaria che stanno facendo, e quelli, emozionati di parlare con il Papa, hanno risposto che dalla loro orbita «la prospettiva è incredibile, è un po’ come vedere la Terra con gli occhi di Dio e vedere la bellezza incredibile del nostro pianeta». Hanno parlato per 25 minuti. Francesco ha fatto sei domande e gli astronauti, che erano sei (due russi, tre statunitensi, un italiano), si sono ingegnati a rispondere nella confusione delle lingue e dei cuori.

Il colloquio è stato dato in diretta dal Centro televisivo vaticano e la Sala stampa ne ha pubblicato la trascrizione. Come immagine televisiva la scena era quasi buffa: il Papa era seduto a una scrivania spoglia, di quelle che sono dette «fratini», in una saletta dell’Aula Paolo VI e vedeva gli interlocutori su uno schermo posto pochi metri davanti a lui. «Buongiorno, o buonasera» ha detto scherzosamente Francesco al primo saluto, alludendo al fatto che lassù «mai si sa» come stiano le ore. Ha poi fatto domande alte, sulla Terra vista dal cielo, ma anche domande di comune curiosità e si è pure scusato di questo: «Dicono che le donne sono curiose ma anche noi uomini lo siamo». Che cosa vi ha motivato a diventare astronauti? Che cosa vi dà gioia nel tempo che passate sulla stazione spaziale? Parlava con l’equipaggio della Stazione spaziale internazionale (Iss) denominata Missione 53: «Voi siete un piccolo Palazzo di Vetro, questo è l’esempio che ci date. Grazie perché siete rappresentanti di tutta la famiglia umana nel grande progetto di ricerca di questa stazione spaziale».

Questa era una delle ultime battute. Le risposte sono state in italiano, in russo, in inglese. L’italiano del gruppo, Paolo Nespoli, traduceva per il Papa. Per Nespoli, 60 anni, questa era la seconda volta che parlava con un Papa da una Stazione spaziale: era infatti a bordo di quella stessa Stazione anche quando fu Benedetto XVI a collegarsi, il 21 maggio 2011. A Nespoli era morta la mamma nel corso di quella sua presenza in orbita e il Papa gli aveva detto d’aver pregato per lui. Di preghiera si è parlato anche ieri. Prima dell’ultimo saluto Francesco ha parlato così: «Grazie tante, cari amici, vorrei dire: cari fratelli, perché vi sentiamo come rappresentanti di tutta la famiglia umana nel progetto di ricerca che è la Stazione Spaziale. Vi ringrazio per questo colloquio, che mi ha molto arricchito. Il Signore benedica voi, il vostro lavoro e le vostre famiglie. Vi assicuro: pregherò per voi; e voi, per favore, pregate per me».

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