6 gennaio 2018 - 00:31

«Sol, Sol, Re, Sol, Mi, Fa, Mi, Fa, Fa, Re, Mi, Sol»
La musica celestiale nella «Stanza delle meraviglie»

L’ultima sorpresa dalla «Moschea blu» di Palermo. Un musicista, Giuseppe Mazzamuto, sovrapponendo un pentagramma, uno spartito trasparente, sulla scritta araba e copiando i tondi delle lettere ha scoperto una sequenza di note, una melodia “celestiale” che incredibilmente si può leggere e suonare da destra verso sinistra e viceversa. Sgarbi: «Chi la ideò mostro di cultura e ingegno»

di Felice Cavallaro

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Una giovane coppia di Palermo, restaurando un malandato appartamento nel centro storico, sotto diversi strati di calce e vernici, scoprì nel 2013 che una stanza era una “moschea blu” con preziosi disegni, versetti e iscrizioni arabe. Una “stanza delle meraviglie”, come l’hanno poi chiamata e studiata Vittorio Sgarbi, ricercatori islamisti e tre docenti dell’università di Bonn. Oggi meta di turisti in quantità. Adesso l’ultima sorpresa. Un musicista, Giuseppe Mazzamuto, sovrapponendo un pentagramma, uno spartito trasparente, sulla scritta araba e copiando i tondi delle lettere ha scoperto una sequenza di note, una melodia “celestiale” che incredibilmente si può leggere e suonare da destra verso sinistra e viceversa.

Una sequenza semplice

Una sequenza semplice. Per chi conosce la musica: «Sol, Sol, Re, Sol, Mi, Fa, Mi, Fa, Fa, Re, Mi, Sol». Una successione di note celate all’interno della scritta in arabo, decodificata dai docenti dell’Istituto di lingue orientali e asiatiche dell’università di Bonn, Sarjoun Karam, Chiara Riminucci Heine e Sebastian Heine: “Sia lodato Dio, niente è simile a Lui”. Ma, come hanno notato Vittorio Sgarbi e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, invitati per primi ad ascoltare la composizione, la stessa epigrafe al suo interno ne cela un’altra, scritta in latino: “Recto lucet (Brilla di rettitudine)”. Una frase disegnata e ricopiata decine di volte sulle pareti. Una frase quindi leggibile in due lingue, con melodia incorporata. Un genio l’artista ancora senza nome che la tratteggiò a fine Ottocento, “un mostro di cultura e di ingegno capace di disegnare tutto questo incrociando latino, arabo e musica”, come hanno notato Sgarbi e Orlando, ospiti con il presidente della Fondazione Sicilia Raffaele Bonsignore, di Giuseppe Cadili e Valeria Giarrusso, i padroni di casa fieri di fare ascoltare la melodia arrangiata dal maestro Mazzamuto, vibrafonista e percussionista all’Orchestra sinfonica siciliana. Melodia concessa a lettori e ascoltatori di Corriere.it.

La “Stanza delle meraviglie”,

La “Stanza delle meraviglie”, al terzo piano di un edificio a due passi da Palazzo dei Normanni, continua così a rivelare una sorpresa dietro l’altra. Ormai inserita nei circuiti turistici, come “le vie dei tesori”. Ed è proprio durante una di queste visite che una ragazza staccandosi dal suo gruppo si avvicinò un paio di mesi fa alla padrona di casa, come ricorda Valeria Giarrusso: “Una ragazza eterea, bionda, snella. Scrutando quelle scritte mi chiese ‘Avete mai pensato a uno spartito musicale?’. No, non ci avevamo mai pensato. Una domanda buttata lì. Senza risposta. Ma la notte ci rimuginai su. Ne parlai con mio marito. E il giorno dopo chiesi un parere al maestro Mazzamuto. Scettico. Ma venne. E così scrutando, controllando, sovrapponendo il pentagramma trasparente eccolo passare al pianoforte e scoprire il mistero”. E la ragazza che pose il quesito? “La stiamo cercando ovunque per ringraziarla, per farle sentire una musica che è anche sua”.

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