3 aprile 2018 - 17:59

Londra, le duemila società di Harley Street 29. «Un paradiso
per i business mafiosi|English version

Avviare un’attività e quindi anche una attività collegata ai business mafiosi, in Inghilterra è semplicissimo. Il colonnello Petroziello: «Basta un computer, una connessione ad internet, dieci minuti di tempo e circa 60 sterline»

di Amalia De Simone

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Nel pieno centro di Londra, nel quartiere di Marylebon, esiste un indirizzo dove hanno sede migliaia di società. Si tratta di Harley Street. Qui sono censite più di 2mila società e sono circa 10mila le persone, sia fisiche che giuridiche, che hanno fornito come indirizzo di corrispondenza proprio il 29 di Harley Street.
Come mai? È possibile che questo sistema di domiciliazione societaria avvantaggi anche attività illecite o mafiose? «Ci sono dei faccendieri che di questo sistema ne fanno un motivo di vita e offrono questi servizi di domiciliazione anche per finalità illecite», spiega il colonnello della Guardia di Finanza presso l’ambasciata italiana a Londra Claudio Petroziello.
Avviare un’attività e quindi anche una attività collegata ai business mafiosi, in Inghilterra è semplicissimo. «Basta un computer, una connessione ad internet, dieci minuti di tempo e circa 60 sterline». Ci proviamo anche noi insieme con il colonnello Petroziello.

Basta navigare sul sito della Companies House, cliccare su «Starting a company» e seguire le istruzioni: «In pochi passaggi si può diventare titolari di una compagnia a responsabilità limitata e la si può costituire anche con una sola sterlina». Non mancano gli esempi di situazioni quasi surreali come quella della «Banda Bassotti Company» che secondo i dati indicati, ha sede in via del 40 Ladroni 00 Ali Babbà, Italy.
«Questa compagnia ha ricoperto la funzione di secretary nella Magnolia Fundaction Uk Limited. Quello che può essere simpatico è vedere che in questa società, oltre la Banda Bassotti, ha ricoperto un ruolo anche un tale “Ottavio detto il Ladro di Galline”. Questi dati sono ancora presenti nei registri ufficiali della Companies House e, da quello che risulta, è una società che ha avuto un capitale sociale di oltre 100milioni di sterline. Alcune delle persone, non tanto legate a questa società ma che sono comparse dietro la società, sono state oggetto di indagine. C’era una persona che era sospettata di gestire soldi per un clan di camorra».

Questo esempio chiarisce abbastanza bene quanto può essere semplice crearsi una identità. «Un’altra cosa che dovrebbe accendere una lampadina è l’indirizzo di corrispondenza del ‘ladro di galline’, che guarda caso è proprio la suite B del 29 Harley Street. Questo non vuol dire che tutte le società che hanno sede in Harley Street sono sospette, però infilandosi in un volume così alto di persone e companies che hanno sede presso quell’indirizzo, magari potrebbe nascondersi lì anche qualche attività non trasparente come i nostri amici della Banda Bassotti».

Del fenomeno si è occupata anche la ricercatrice italiana Anna Sergi, docente di criminologia e vice direttrice del centro di criminologia dell’Università dell’Essex. «Ci sono degli investimenti pesanti delle mafie italiane nelle proprietà immobiliari - spiega - anche in Inghilterra, soprattutto a Londra». A Londra gli immobili di pregio non mancano, la City sta conoscendo uno sviluppo immobiliare incredibile degli ultimi anni, con la costruzione di interi distretti e torri progettate da archistar, che però spesso sono vuote.
Lo sottolinea anche John Dikie, docente all’ University College di Londra e autore di numerosi bestseller sulle mafie, il quale ammette che il sistema immobiliare è un punto debole a Londra e che basta farsi un giro sul Tamigi per accorgersi delle tante nuove costruzioni, bellissime e deserte.

Ma allora a cosa servono e a chi vanno tutti questi appartamenti di lusso? «Non alle famiglie - chiarisce Petroziello - perché non è possibile che una famiglia media inglese o europea possa di comprare un appartamento in questi posti spendendo 4 - 5 - 6 milioni di sterline e vivendo solo di stipendio».
Da una di queste residenze, in una intera mattinata, di vedono uscire soltanto un paio di auto da ricconi. Secondo Petroziello, «questi palazzi sono appannaggio di investitori che spesso contano più su una rivalutazione strutturale degli immobili più che su una remuneratività diretta tramite affitti. Si tratta quindi di speculazione».
Questo modus operandi viene utilizzato anche per riciclare, per creare delle share companies, delle società ‘matriosca’, per poi far perdere le tracce del beneficiario effettivo.

«Anche Carminati, che ha investito comprando una casa nel pieno centro di Londra a Notting Hill, ci sono tantissimi altri personaggi noti alle cronache italiane che, direttamente o indirettamente hanno investito, aprendo ristoranti e investendo diversi soldi. Anche perché, ricordiamoci, comprare un ristorante qui a Londra vuol dire investire milioni di euro».

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