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ASSESSORATO ALLA CULTURA - Sala dell'Albo Pretorio della residenza municipale fino al 28 settembre. Si trasferirà poi all'Arci Bolognesi in piazzetta San Nicolò

"NO Identity", scatti in mostra in occasione della settimana della Pace

27-09-2018 / Giorno per giorno

(Comunicazione a cura degli organizzatori)

E' allestita nella sala dell'Albo Pretorio della residenza municipale di Ferrara la mostra fotografica "NO Identity" in occasione della settimana della Pace e contro le discriminazioni.
Oltre 70 Paesi nel mondo condannano la non conformità ai codici binari ed eteronormati: omofobia, transfobia, intolleranza per qualsiasi differenza. Anche nei paesi civili lo stigma, sepolto a fondo nelle coscienze, nega la libertà di esistere.
NOIdentity è un progetto che denuncia la disumanizzazione che ne deriva, ci parla di migrazioni, di transizioni dei corpi e dell'anima. Fotogrammi di umanità negata e identità celate, volti nascosti, sguardi bassi, occhi sbarrati fuggono il giudizio nella ricerca continua di un anonimato che protegga. Un'oscurità temuta, ma che è scelta obbligata, finché non si è forti abbastanza per spezzare le catene, strappare via i veli. E fuggire. Lontano da luoghi che non appartengono, lontano dalle ipocrisie e dai silenzi, lontano da sé. Un velo come metafora di un io dissimulato, una benda che nasconde, una mano che preserva, simboli di una menzogna che salva dal pregiudizio, dall'odio, dalla violenza. Immagini forti che toccano corde profonde e ci raccontano storie di esseri umani che l'emarginazione se la portano dentro, una valigia pesante e invisibile, la fatica del trascinarsi di chi inizia di nuovo, in un altrove che non sempre è accogliente.
Il percorso unisce e accomuna i diversi paesi d'origine dei soggetti ritratti, un affresco unico della perdita di equilibri di una umanità in divenire, in un mondo che rifiuta, detesta, annega nel sangue ogni manifestazione di diversità. In questo progetto la diversità si ammanta di voglia di urlare, di uscire dal buio, smascherare l'abbandono, il razzismo, il punto di vista privilegiato di chi osserva e passa oltre.
NOIdentity ci scava dentro e ci lascia muti, svuotati. Sopraffatti dalla colpa del nostro silenzio. Perché chi guarda senza vedere - e tace - è sempre complice.
Le fotografie sono state realizzate dalla fotografa Luciana Passaro mentre i testi sono curati da Federica Caracciolo.
La mostra sarà visitabile in orario d'ufficio fino a venerdì 28 settembre 2018.
Poi la mostra sarà trasferita presso i locali di Arci Bolognesi, piazzetta San Nicolò a Ferrara fino al 15 ottobre 2018.

 

LA SCHEDA  - Più di 70 paesi nel mondo condannano la non conformità ai codici binari ed eteronormati. Omofobia, transfobia, intolleranza verso la diversità. Anche nei paesi civili lo stigma, sepolto a fondo nelle coscienze, nega la libertà di esistere.
NOIdentity è un progetto che denuncia la disumanizzazione che ne deriva, ci parla di migrazioni, di transizioni dei corpi e dell'anima. Fotogrammi di umanità negata e identità celate, volti nascosti, sguardi abbassati, occhi sbarrati fuggono il giudizio nella ricerca continua di un anonimato che protegge. Un anonimato temuto, odiato, ma che è scelta obbligata, finché non si è forti abbastanza per spezzare le catene, strappare i veli. E fuggire. Lontano da luoghi che non appartengono, lontano dalle ipocrisie e dai silenzi, lontano da sé. Un velo come metafora di un io dissimulato, una benda che nasconde, una mano che preserva, simboli di una menzogna che salva dal pregiudizio, dall'odio, dalla violenza. Immagini immediate, che toccano corde profonde, e ci raccontano storie di uomini e donne che l'emarginazione se la portano dentro, una valigia pesante e invisibile, la fatica del trascinarsi di chi inizia di nuovo, in un altrove che non sempre è accogliente.
Il percorso unisce e accomuna i diversi paesi d'origine dei soggetti ritratti, un affresco unico della perdita di equilibri di una umanità in divenire, in un mondo che rifiuta, detesta, annega nel sangue ogni manifestazione di diversità. In questo progetto la diversità si ammanta di poesia, diventa arte, in una pennellata veloce e drammatica che smaschera l'abbandono, il razzismo, il punto di vista privilegiato di chi osserva e passa oltre.
NOIdentity ci scava dentro e ci lascia muti, svuotati. Sopraffatti dalla colpa del nostro silenzio. Perché chi non vuole vedere - e tace - è sempre colpevole.

 

 

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