A cena per tessere relazioni. Pranzo con i profughi alla chiesa dei Servi

Una cena tra i parrocchiani e i migranti accolti nelle parrocchie del Duomo e di Santa Maria dei Servi per allacciare relazioni nel segno dell'accoglienza.

A cena per tessere relazioni. Pranzo con i profughi alla chiesa dei Servi

Provengono dalla Costa d’Avorio, dal Camerun, dal Pakistan. Storie di povertà e di speranza hanno condotto in Italia i quattro giovani ospitati da qualche mese dalla parrocchia dei Servi di Maria. Questi ragazzi hanno due anni di tempo per apprendere l’italiano e ottenere i permessi per trovare un’occupazione. Non sappiamo cosa accadrà allo scadere dei due anni, se resteranno a Padova o emigreranno in altri paesi europei. Di certo, porteranno con sé il ricordo di un’accoglienza che ha trovato fin dall’inizio il favore del parroco, padre Cristiano Cavedon, del consiglio pastorale e della comunità.

A gestire la loro permanenza è l’associazione Popoli insieme, che segue anche le due famiglie di profughi che vivono in piazza Duomo, provenienti dall’Africa sub-sahariana. Al di là dell’assistenza pratica, l’associazione ha voluto dare a questi migranti un segno di accoglienza e di condivisione organizzando una cena, che si è svolta lo scorso 26 ottobre nel patronato della parrocchia dei Servi. Alla serata erano presenti gli immigrati di entrambe le parrocchie, che hanno preparato i piatti tipici delle loro terre, e oltre a don Umberto Sordo, parroco del Duomo e a padre Cristiano Cavedon dei Servi, c’erano i padri indiani Servi di Maria e numerosi parrocchiani.

«Lo scopo della serata non era soltanto conoscere e accogliere le persone – precisano gli operatori di Popoli insieme – ma anche coinvolgere qualche volontario delle nostre parrocchie, desideroso di offrire loro il proprio aiuto». E i primi frutti, la cena, li ha dati subito: tra i commensali, era infatti presente un signore che si è offerto di insegnare loro l’italiano. 

Oltre all’accoglienza dei migranti, la parrocchia dei Servi si sta preparando a un grande cambiamento perché la provincia veneta dei Servi di Maria lascia dopo tre anni la gestione della parrocchia e, al suo posto, subentrerà la provincia indiana con una nuova convenzione con la diocesi di Padova, inviando padre Jegan, in qualità di amministratore parrocchiale, e padre Samy, suo collaboratore pastorale.

Il parroco saluta la comunità sabato 25 novembre, durante la messa delle 18.30. «È sempre difficile partire – afferma padre Cavedon – ma porterò con me la gioia di avere costruito tante relazioni. In questi tre anni di permanenza nella parrocchia dei Servi ho sperimentato come camminare insieme dia frutti migliori. Insieme agli altri parroci dell’unità pastorale abbiamo individuato percorsi di crescita comune che ci hanno permesso di lavorare meglio. Quella dei Servi è una parrocchia variegata dal punto di vista sociale, che va osservata con attenzione e seguita in tutti i suoi aspetti. Abbiamo avviato un centro di ascolto costante per essere più vicini alle esigenze di tutti, e auspico che prosegua».

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