Germania. Governo forse a Pasqua

Verso la terza Grosse Koalition. Si lavora a Berlino per la formazione di quello che sembra l'unico governo possibile, con la riedizione delle larghe intese tra cristiano-democratici e socialisti. Le capitali d'Europa restano in attesa: dal nuovo volto di Berlino si potrà sapere molto sul futuro del continente.

Germania. Governo forse a Pasqua
Da Bruxelles al palazzo dell’Eliseo, passando per le maggiori cancellerie europee, si respira una certa apprensione per le difficoltà che la Germania sta incontrando nella formazione del nuovo governo.

Le elezioni del 24 settembre scorso, consultazioni che hanno visto l’affermazione di Angela Merkel con un notevole calo di consensi, non permettono, infatti, di formare un governo senza ricorrere alla formula della larga coalizione. Negli ultimi giorni tuttavia gli spiragli iniziali per un accordo di unità nazionale sembrano virare verso una fumata bianca:

«Credo che riusciremo a formare un governo entro Pasqua – ha dichiarato Horst Seehofer, capo dei cristiano-sociali bavaresi – a condizione che il congresso Spd dia il suo consenso e che sia mantenuta la velocità che abbiamo raggiunto durante questi colloqui esplorativi».

Le trattative per la costituzione di un governo di coalizione proseguono serrate ormai da mesi, dopo che i liberali dell’Fdp si sono ritirati dai negoziati e il leader liberale Christian Lindner ha “tagliato” i ponti con gli “sherpa” della Cdu-Csu. La Grosse Koalition (la terza della stagione politica della cancelliera cristiano-democratica), se si farà, assumerà i contorni di un super accordo tra democristiani e socialisti (i numeri parlamentari sono in realtà “risicati”: al Bundestag potrà contare su appena il 52 per cento dei seggi, mentre nella precedente legislatura raggiungeva il 67,2 per cento). Un patto che se verrà siglato troverà tre nuovi cavalieri, due bianchi e uno “rosso”: Angela Merkel, Horst Seehofer e Martin Schulz. Da segnalare che Cdu-Csu e Spd hanno trovato la quadra proprio su due dei dossier più spinosi dei negoziati: tasse e migranti.

«Ho lavorato in uno spirito di fiducia – ha commentato ottimista Angela Merkel – per poter dare al paese un governo stabile. Dobbiamo essere più veloci nelle decisioni».

L’accordo, che potrebbe portare a un governo entro Pasqua, prevede che non venga aumentata l’aliquota massima di imposta (l’idea era targata Spd) e sarà permesso il ricongiungimento familiare dei migranti al ritmo di mille persone al mese. «Abbiamo raggiunto un risultato eccezionale» ha esclamato il leader socialdemocratico Martin Schulz. L’ex presidente del parlamento europeo parlando del nuovo “contratto di governo” ha enumerato i capisaldi per la parte socialista dell’accordo: stato sociale, aumento degli aiuti alle famiglie e investimenti nella formazione.

Il testo della Grosse Koalition del 2018 si fonda su un documento di 28 pagine: una parte politicamente molto impegnativa, è dedicata alla politica comunitaria e al futuro assetto dell’Unione. Riforma delle istituzioni, più soldi per il bilancio della commissione, politica monetaria, regole finanziarie per i conti pubblici dell’eurozona. L’eventuale accordo interno per la nuova Grande coalizione tedesca rimetterebbe ma in moto il processo di riconfigurazione dell’integrazione europea: Macron e Merkel si troveranno nella piena posizione di forza governativa per imprimere finalmente un’accelerazione determinante all’Unione. Una prospettiva senz’altro positiva per l’Ue: ma in questo scenario per l’Italia, impegnata in una delicatissima tornata elettorale, i margini temporali per salire sul treno dell’Europa targata Merkel-Macron si restringerebbero in modo molto marcato.

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