Concluse le Celebrazioni Antoniane

Celebrazioni antoniane, una pietra preziosa nella collana di eventi organizzati nel 70° anniversario della consacrazione della chiesa parrocchiale di S. Antonio di Padova in Cassino.

Una parrocchia, quella di S. Antonio a Cassino, divenuta per nove giorni un santuario, una “piccola Padova” per il grande movimento di fedeli e di fede che ha suscitato grazie alla presenza delle Reliquie del corpo del Santo, giunte a Cassino sabato 14, accompagnate da due frati francescani di Padova, il Padre Guardiano P. Giuseppe e P. Silvano, che in questi giorni si sono prodigati con una disponibilità senza pari con celebrazioni, incontri, momenti di preghiera e di riflessione e confessioni confessioni confessioni…

L’ultima “puntata” di questa straordinaria intensissima sequela di giorni è stata domenica 22 in chiesa, per una Messa presieduta dal Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo per il saluto alle Reliquie che riprendono la via del ritorno a Padova nella Basilica del Santo. E proprio al termine della affollatissima celebrazione il Vescovo ha impartito la solenne Benedizione che, per concessione di Papa Francesco, concede l’indulgenza plenaria.

Sappiamo tutti che S. Antonio è un Santo molto amato e popolare, ma quello che abbiamo sentito e visto in questi giorni ci ha dato prove schiaccianti della verità dell’affermazione. Non solo i fedeli della parrocchia hanno partecipato numerosi e compatti a tutte le iniziative proposte, ma anche da molte altre parrocchie vicine e lontane sono giunte moltissime persone, richiamate dall’affetto speciale per il Santo e dalla Indulgenza plenaria per la remissione completa dei peccati. Uno spettacolo di fede e preghiera che lascia stupiti ed apre il cuore alla speranza. Si è andati ben oltre ogni ragionevole previsione. Alcune cose hanno particolarmente impressionato in modo positivo: le celebrazioni in piazza, ben tre, in piazza N. Green la sera dell’arrivo, e nei quartieri di via Ariosto e via Virgilio, tra le case e le cose della vita quotidiana dove la gente vive. Una “chiesa in uscita”, come ama dire Papa Francesco, che ha portato le sacre Reliquie anche nei luoghi della sofferenza, in carcere, in ospedale, nelle case dei fratelli infermi, e ancora nelle scuole ad incontrare ragazzi e bambini. Ci sono state tre Veglie serali che hanno aiutato a conoscere meglio la spiritualità di S. Antonio ed il suo messaggio per noi, pur a distanza di secoli. Anche un concerto, bellissimo. Di tutte queste iniziative abbiamo dato ampio resoconto sul nostro sito diocesano.

Ad offrire la giusta chiave di lettura è stato proprio il Vescovo che nell’omelia ha chiarito che tutto questo è dono di grazia, elargito da Dio in modo benevolo e misericordioso, al di là del nostro merito. Diciamo grazie al Signore, ha esortato, per questi intensi giorni che hanno segnato certamente la vita di ciascuno di noi in modo particolare, abbiamo potuto incontrarci e personalmente sostare in preghiera davanti alle Reliquie, per meditare sulla propria vita, mentre meditavamo sulla vita e la testimonianza della santità di S. Antonio. Stasera c’è una preghiera che conclude questo itinerario spirituale, ha proseguito, che non può significare mettere fine, voltare pagina, rischierebbe di vanificare tutto quello che abbiamo fatto in questi giorni. Concludere significa dire: è stato molto bello, ma non basta; deve significare: da oggi in poi la nostra vita deve diventare più bella, più vera e più santa come vita cristiana, evangelica, di battezzati, a tutti i livelli. Quanto è bello ereditare il patrimonio, la ricchezza che ci è stata consegnata dal Signore in questi giorni, e che dobbiamo investire e far fruttificare. Vivere da cristiani che cosa significa? Il Battesimo è una porta di ingresso nell’esperienza della fede per diventare cristiani, ma poi deve tradursi nel saper vivere da cristiani, cioè vivere una vita “teologale”, come ci ricorda S. Paolo oggi nella lettera ai Tessalonicesi. Nei giorni scorsi abbiamo vissuto una vita “devozionale”, che Papa Francesco chiama il “genio spirituale del popolo di Dio“, che è maestro di cosa significa sentirsi attratti dall’amore di Dio e dei Santi, mediatori ma oggi potremmo dire facilitatori, che ci sminuzzano in termini più semplici i valori cristiani del Vangelo. Ma la devozione non basta se non ci aiuta a vivere da cristiani, una vita teologale, cioè che viene da Dio, fondata sulle tre virtù teologali, condizione per fare esperienza di Dio, incontrarne la potenza dell’amore e della salvezza. Ecco le consegne che Antonio ci fa oggi: una fede operosa, una carità che si affatica, si impegna e non si risparmia, una speranza solida, ferma e stabile di camminare verso una meta certa. Accogliamo, ha concluso il Vescovo, queste consegne che riceviamo, per dare valore e seguito a quello che il Signore ci ha dato in questi giorni.

Al termine Don Benedetto ha voluto ringraziare il Vescovo, per essere stato presente ben due volte, i frati francescani per la loro continua presenza e disponibilità, i collaboratori che hanno contribuito alla riuscita di ogni iniziativa e tutti i presenti e i fedeli intervenuti. Applausi dai presenti a testimoniare la condivisione di quanto detto. A sua volta il Vescovo ha chiesto un applauso per Don Benedetto, perno di tutta la manifestazione. Infine, per l’ultima volta, abbraccio alle Reliquie come segno di saluto ma anche e soprattutto ringraziamento, preghiera e promessa.

Adriana Letta

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