Don Antonio Colella, una presenza che resta

La comunità di S. Giovanni Battista in Cassino ricorda il suo Parroco Don Antonio nel primo anniversario della sua nascita al cielo

La comunità parrocchiale di S. Giovanni Battista in Cassino si è riunita per ricordare come “una presenza che resta”, Don Antonio Colella, l’amato Parroco, amico e fratello, il giorno 16 novembre, primo anniversario della sua nascita al cielo.

Gremita la chiesa, presenti i parrocchiani di tutte le età e categorie, presenti anche i familiari e fedeli della sua parrocchia d’origine, S. Michele Arcangelo e S. Nicola, di S. Pietro Infine, a cominciare dal Sindaco. A presiedere la solenne Concelebrazione Eucaristica è stato il Vicario di Zona Don Nello Crescenzi e attorno a lui l’attuale Parroco Don Giovanni De Ciantis e altri otto Sacerdoti amici o legati ai luoghi di Don Antonio. Palpabile la commozione in tutti, quasi che un anno non sia bastato a placare il dolore del distacco da un Sacerdote particolarmente buono, mite, sorridente e accogliente tanto da essere amato da tutti.

Don Remo Marandola nell’omelia ha esordito asserendo che “in cielo si sta celebrando un’altra Messa” con cui noi siamo “in perfetta comunione di fede e di cuore” ed ha proseguito tracciando un profilo del Sacerdote tanto stimato, amato e rispettato. Lo ha ricordato per il suo cuore buono, formato alla scuola semplice dei genitori, dei parroci del paese, e allargato poi al ministero sacerdotale e alla formazione spirituale benedettina. Poi l’intelligenza, non solo nell’apprendere, ma come capacità di entrare nelle situazioni, nei problemi, nelle culture, sapendo trarre dal tesoro cose antiche e cose nuove, riuscendo a portare novità già dagli anni del seminario. Altra qualità di don Antonio messa in risalto è la forza che, soprattutto nei primi anni, lo faceva stare in mezzo ai giovani con la sua carica sportiva, la sua vena culturale e musicale, con le iniziative che lo facevano amare dai giovani. In conclusione, Don Remo ha chiesto con passione preghiere al Signore perché mandi operai alla sua messe (oggi ricordiamo Don Antonio: è un Sacerdote in meno!), ed ha raccomandato di amare i Sacerdoti perché, come diceva S. Francesco, sono coloro che portano Gesù sull’altare e citando Ignazio Silone: “Come battezzati dobbiamo amare i Sacerdoti in vita, non in morte”.

Grande la partecipazione dei presenti, raccolti e uniti con intensità e commozione nella preghiera, esaltata e innalzata dagli stupendi canti eseguiti dal Coro parrocchiale S. Giovanni Battista.

Alla S. Messa è seguito un momento di riflessione sul tema “La relazione tra Sacerdote e Comunità nell’accompagnamento“. Con chiarezza e incisività, Don Nello Crescenzi ha improntato il suo intervento su alcuni punti fondanti, innanzitutto il rapporto tra fedeli e Sacerdote. Nella prassi si nota che le persone si rivolgono al Sacerdote per moltissime ragioni, sempre chiedendo, che siano informazioni, consigli, consolazione o sostegno, quasi che abbiano davanti un “supereroe”. In realtà, ha chiarito, i membri della comunità e il Sacerdote sono figli di Dio, perciò fratelli, credenti; poi il Sacerdote è anche Pastore. Allora la relazione dovrebbe essere più profonda e reciproca, in cui si dà e si riceve: non è che a prendersi cura degli altri debba essere solo il Sacerdote, ma anche i fedeli nei suoi confronti.

Si è soffermato poi sul rapporto con il tempo. Il tempo non è da idolatrare (lo rincorriamo, ci sfugge, non ne abbiamo mai abbastanza…), ma nel rapporto Sacerdote-Comunità deve essere il luogo teologico in cui qui ed ora ognuno incontra il Signore negli altri. Anche nel rapporto con la Parola talvolta  si fraintende un po’, per il fatto che i fedeli vedono di fronte a loro il Sacerdote che guida e spiega. Non è che la Parola di Dio è affidata al Sacerdote, ma è il contrario, il Sacerdote è affidato alla Parola. Anzi, noi tutti siamo affidati alla Parola, tutti attingiamo ad essa e riceviamo aiuto a discernere la volontà di Dio. Mettersi in ascolto della Parola tutti, questo significa affidarsi alla Parola prima che venga affidata a noi.

Nel rapporto con l’Eucarestia, nella Messa, si riunisce la famiglia e il Sacerdote spezza il pane della Parola, spezza il Pane Eucaristico e si diventa tutti un solo corpo durante la celebrazione. E’ l’Eucarestia, che niente potrà mai uguagliare, il centro di tutta la vita e di tutta la relazione Sacerdote-Comunità. Una Eucarestia ben partecipata, ben celebrata e ben vissuta è il luogo in cui ciascuno si sente parte di un unico popolo. Dunque, la relazione Sacerdote-Comunità si vive solo se prima si sperimenta l’essere fratelli nella fede e credenti insieme, alla scuola della Parola.

Infine ha parlato della umanità, che deve emergere prima di tutto. Bisogna essere uomini veri e donne vere nei rapporti con noi stessi, con gli altri e con Dio, per poter essere bravi cristiani. E’ l’umanità che mette in evidenza limiti, fragilità e peccati ed è con questi che dobbiamo fare i conti, perché proprio grazie ad essi possiamo essere salvati. Dobbiamo tutti partire da questa consapevolezza di essere peccatori, ma – ha concluso – dobbiamo anche essere fiduciosi perché Dio non ci farà mancare il suo aiuto.

A seguire, c’è stata una testimonianza molto toccante: una parrocchiana, Anna Maria, ha raccontato in modo molto sentito e commosso, il rapporto con Don Antonio, e poi la lettura, da parte di Loredana Regoli, di una lettera di Don Antonio Colella, pubblicata su un numero del giornalino parrocchiale, sull’amore misericordioso di Dio. Sembrava davvero che ancora parlasse ai suoi parrocchiani. Questi momenti sono stati intervallati da brani musicali eseguiti prima dal Coro dell’Azione cattolica con molti bambini, bravissimi!, poi dal Coro S. Giovanni B.

Aldo Gervasio, a nome del Consiglio parrocchiale, ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita della giornata. Infine è stata benedetta una targa che,  una volta eseguiti i necessari lavori, verrà apposta ad una sala parrocchiale che sarà intitolata a Don Antonio Colella. Con la benedizione finale impartita dai Sacerdoti presenti si è conclusa la serata di ricordo di Don Antonio. Ricordo che continuerà sabato 17 a S. Pietro Infine nella parrocchia di S. Michele Arcangelo e S. Nicola con una Messa ed un seguente convegno nella sala comunale.

Adriana Letta

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