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Stop dei 5 stelle a decreto Salvini: “Lo cambi o lo cambieremo in aula”

Tensione in maggioranza. Salvini, Di Maio e Conte dovrebbero vedersi domenica

Pubblicato:20-09-2018 15:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:35

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ROMA – “Nessun problema sul decreto migranti”, assicura il vicepremier Matteo Salvini che ha annunciato lo slittamento del cdm a lunedì per ragioni di “cortesia istituzionale”. “Fare la riunione senza premier e vicepremier mi sembrava di votarmi da solo il mio provvedimento”, ha detto Salvini. Ma a parte il fatto che il rientro del premier Giuseppe Conte è previsto per questo pomeriggio alle 17 e 30, all’agenzia Dire risulta che la ragione della pausa imposta al decreto immigrazione sia tutta politica e attenga i rapporti tra i due partner di maggioranza da un lato, e le prerogative che gli atti del governo devono necessariamente rispettare.

Fonti di maggioranza riferiscono la netta contrarietà alla scelta di un decreto legge, con i previsti richiami ai motivi di urgenza e necessità, in una materia per di più sensibile come le libertà personali, e in un momento in cui gli stessi prerequisiti di urgenza e necessità sono quanto meno dubbi.

D’altro canto: non è stato lo stesso Salvini a vantarsi di aver diminuito gli sbarchi dell’80 per cento, con 30mila migranti in meno nei primi due mesi del suo governo? Come giustificare allora il ricorso a un decreto legge, che incide su diritti come la cittadinanza, la protezione internazionale, il permesso umanitario, richiamando una supposta emergenza? Dubbi che sarebbero circolati anche in ambienti vicini al Colle e in queste ore nei gruppi parlamentari del M5s, dove hanno trovato terreno fertile anche sui contenuti del decreto migranti. Sulla norma sono in corso da giorni tra Cinque Stelle e Salvini lunghi e complicati confronti sottotraccia.


I Cinque stelle hanno invitato l’alleato di governo a non portare in consiglio dei ministri un testo che contiene una serie di norme considerate di dubbia costituzionalità. Si va dal raddoppio dei tempi di permanenza nei centri per il rimpatrio, alla esclusione del patrocinio gratuito nel caso di impugnativa della richiesta di asilo respinta, alla sostanziale abolizione della protezione umanitaria, a limitazioni forti sul riconoscimento della cittadinanza, alla revoca della cittadinanza per gli stranieri e apolidi in caso di reati, misura non prevista per chi è già cittadino. Da ultimo, secondo le ultime indiscrezioni, si rende più onerosa- di 50 euro- la richiesta stessa della cittadinanza per i migranti.

Di fronte a queste criticità, i Cinque Stelle hanno chiesto a Salvini di correggere il testo prima di arrivare in consiglio dei ministri. Al diniego del ministro, (‘vado avanti’, è il suo motto) hanno chiesto quanto meno di poterne discutere prima della riunione di governo prevista inizialmente per questo pomeriggio. Il premier Conte sarà già stasera a Roma. Di Maio rientrerà dalla Cina sabato sera. E’ probabile che un vertice ad hoc si tenga nella giornata di domenica, o lunedì mattina. Per i Cinque Stelle sarà un ultimo tentativo di far ragionare Salvini, prima della strada parlamentare.

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