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Premio Pettoruto, vincitrice la giovanissima coriglianese Martina Soleti

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Con un testo dal titolo "Lettera a mio padre", è stata la giovanissima Martina Soleti di Corigliano, ad aggiudicarsi il primo posto del Concorso Letterario Internazionale Premio Pettoruto nella Categoria Ragazzi. Cinquantasei voti su 60 è il risultato che ha permesso alla giovane di classificarsi al primo posto di questa prima edizione dedicata a Caterina Tufarelli Palumbo Pisani. La premiazione è avvenuta a San Sosti lo scorso 1 giugno. Complimenti a Martina Soleti e ai suoi genitori, Francesco e Maria. Grande soddisfazione anche per la sua insegnante Annabella Oranges e per tutto l’IC Erodoto di Corigliano, di cui la giovane è alunna.
PREMIO PETTORUTO, IL TESTO VINCITORE
“LETTERA A MIO PADRE” Corigliano Calabro 31 Gennaio 1989 Caro papà , è triste per me saperti in quelle fredde mura di una prigione e che non puoi riscaldare il mio piccolo cuore che ha sofferto tanto. Sto ore ed ore a piangere, perché la mia mente ricorda quei momenti tristi durante i quali emergeva il tuo carattere forte e prepotente. Sapevo quello che facevi, sapevo che quando ti incontravi con il ‘’Signor Luca‘’ progettavate ‘’la morte’’ di qualcuno. Ed allora mi chiedevo: perché tutto ciò? Perché dovevo essere considerata dai miei compagni di classe la figlia della ‘mafia?‘. Io volevo solo il mio papà, nient’altro. Per non parlare della mia povera mamma, che subiva in silenzio, che non poteva reagire agli spintoni e alle parole che le dicevi quando cercava di farti capire che la droga, il pizzo, la prostituzione, arrecavano danni alla povera gente. Molte volte, mi gettavo nelle braccia di Rosalind, una compagna di sventura, perché come me, condivideva la mia stessa situazione. Avrei voluto dirtelo allora, che stavi sbagliando, ma tu non mi permettevi niente, pensavi che facendomi vivere in una lussuosa casa, mi sarebbe bastato. Non era cosi papà. Io volevo affetto, amore e soprattutto affetto per le vite altrui. Nessuno ha il diritto di fare del male agli altri, né per soldi, né per potere. Mi sentivo stanca di tutto ciò, impaurita, ed allora, insieme a mio fratello Tom abbiamo deciso di fuggire via in quella fredda notte invernale con gli occhi colmi di lacrime. Eravamo tanto lontani papà, quando ho appreso la notizia della tua cattura. Certo ho pianto, ma ero felice allo stesso tempo perché ti salvavano dalla morte sicura e salvavano tante persone innocenti. Vivi ora sereno e rifletti su tutto ciò che hai commesso, rifugiati nella fede, nella quale troverai conforto. Per sempre tua BONNIE P.S. Papà ricorda che: “la mafia è un infinito vortice di sofferenza’’.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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