BIANCOSPINO COMUNE

Crataegus monogyna L.

Famiglia: Rosaceae

PORTAMENTO, TRONCO E RAMI
FOGLIE
FIORI
FRUTTI E SEMI
POSSIBILI CONFUSIONI
DISTRIBUZIONE
HABITAT


PORTAMENTO, TRONCO E RAMI

Il Biancospino comune è un piccolo albero, ma più spesso arbusto a fogliame deciduo, con portamento cespuglioso e con radice fascicolata.
La sua chioma è globosa o allungata; il suo tronco è sinuoso, spesso ramoso sin dalla base.
La corteccia è compatta; nelle piante giovani è liscia di colore grigio-chiaro, mentre nei vecchi esemplari è brunastra o rosso-ocracea e si sfalda a placche.
I ramoscelli sono di colore bruno-rossastro, quelli laterali terminano frequentemente con spine aguzze e scure lunghe sino a 2 cm; i rami più vecchi sono grigio-cenere.
Le gemme sono alterne, disposte a spirale, rossastre e brillanti; sotto le gemme laterali spuntano spine dritte.
È alto generalmente fra 2-5 m, ma può raggiungere anche i 12 m; ha crescita molto lenta e può vivere sino a 500 anni.


FOGLIE

Le foglie caduche sono portate da un picciolo scanalato e sono provviste di stipole dentate e ghiandolose all'inserzione sui rami.
Sono alterne, semplici, di colore verde brillante e lucide nella pagina superiore, verde glaucescente nella pagina inferiore, glabre.
La loro lamina è romboidale o ovale, suddivisa in 3-7 lobi molto profondi con margine intero e che presentano solo sull'apice qualche dentello.


FIORI

I fiori compaiono fra maggio e giugno, sono profumati e di colore bianco o leggeremente rosato.
Sono riuniti in corimbi eretti, semplici o composti, portati da peduncoli villosi; hanno brattee caduche con margine intero o denticolato.
Il calice si costituito da 5 lacinie triangolari-ovate.
La corolla è formata da 5 petali subrotondi.
Gli stami sono violacei e in numero multiplo ai petali (15-20).
L'ovario è monocarpellare glabro e con un solo stilo bianco verdastro a stigma appiattito (eccezionalmente alcuni fiori hanno però 3 stili).


FRUTTI E SEMI

I frutti (in realtà falsi frutti, perché derivano dall'accrescimento del ricettacolo fiorale e non dall'ovario) sono riuniti in densi grappoli.
Sono piccole drupe con Ø di circa 7-10 mm, rosse, glabre e carnose a maturità, coronate all'apice dai residui delle lacinie del calice, che delimitano una piccola area circolare depressa.
Contengono un solo nocciolo di colore giallo-bruno monospermo, largamente ellissoide, solcato dorsalmente e ventralmente, con superficie opaca, tubercolata, brunastra.


POSSIBILI CONFUSIONI
La pianta può essere confusa con il Biancospino selvatico (Crataegus levigata (Poir.) DC.), specie caratterizzata però da sepali ovali, fiori con 2-3 stili, stami rossi, frutti con 2-3 noccioli, foglie semplicemente dentate con 3-5 lobi poco profondi e ottusi. Il numero degli stili non è però carattere sempre determinante, potendo il Biancospino comune avere eccezionalmente anche tre stili.
Oltre ai caratteri indicati, le due specie differiscono per la loro ecologia: il Biancospino comune è più amante del secco e preferisce i margini dei boschi e le posizioni in pieno sole, mentre quello selvatico risiede spesso anche all'interno di boschi ombrosi.
Le due specie possono comunque vivere vicine fra loro e allora l'ibridazione è frequente (Crataegus x media Bechst.).


DISTRIBUZIONE
Il suo areale originario va dall'Europa al Caucaso, dal Nord Africa all'Iraq. È stato introdotto in Canada, Stati Uniti, Argentina, Sudafrica, Australi e Nuova Zelanda.
In Italia è presente in tutte le regioni.


HABITAT
La specie è presente nei boschi xerofili, nelle boscaglie e nei cespuglieti collinari, al margine dei boschi (mantello) e lungo i pendii erbosi, con preferenza per i terreni calcarei.
È tradizionalmente utilizzata per la formazione delle siepi confinali ma in Emilia-Romagna è vietato da diversi anni piantare nuovi biancospini. Tutte le specie del genere Crataegus sono infatti fonte di propagazione del Colpo di fuoco batterico, una grave patologia che colpisce diverse rosacee da frutto (in particolare il Pero).
Vegeta dal litorale marino alla montagna sino a 1.600 m s.l.m.