Attualità
30 Settembre 2017
La voce del ‘quindici per cento’ si fa viva a Internazionale

Disabilità, la “pornografia motivazionale” della società

di Redazione | 3 min

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di Cecilia Gallotta

‘Un’enorme fetta dell’umanità vive con una disabilità, ma non sappiamo come parlarne’. Il sottotitolo dell’incontro che ha animato la Biblioteca Ariostea in occasione di Internazionale, ha centrato il punto.

Chi ha provato a parlarne in modo diverso è il fotografo maceratese Christian Tasso, “che sta compiendo un viaggio – lo introduce Stefania Mascetti di Internazionale – per scoprire la disabilità in tutto il mondo”.

“Cominciai nei campi profughi Sharawi – racconta Christian – nel 2009. Era un servizio di denuncia, dove immortalavo attimi e particolari drammatici di chi era costretto a vivere una disabilità in una già drammatica quotidianità. Poi, tornato in Italia conobbi il papà di Ambra, una bambina con la sindrome di down, che mi disse: ‘Se pensi di raccontare la disabilità in questo modo ti consiglio di lasciar perdere’. Una doccia fredda, che mi fece capire come dovessi togliere il mio filtro, e chiedere al soggetto come avrebbe voluto essere rappresentato”.

Così nasce ‘Il quindici per cento’, titolo del suo progetto fotografico – in mostra lo scorso anno a Milano – nonché stima numerica – da parte della World Healt Organization – di quella ‘fetta enorme di umanità’.

La disabilità è “un effetto sociale” per Facundo Penillas, consulente delle Nazioni Unite per i Dirirtti Umani (Ohchr). Una definizione partorita da “un lungo processo – spiega – che affonda le sue radici negli anni Sessanta, accanto a campagne, come quella della parità dei sessi, con lo stesso comune denominatore: un gruppo di persone che vive con particolari difficoltà, e che interagisce con le barriere esistenti nella società. In altre parole, l’essere oppressi da un sistema che esclude”.

Quella di ‘dare voce al soggetto’, la strategia applicata da Christian Tasso per il suo progetto, è di fatto alla base della coesione sociale su tutti i fronti: una politica “che stiamo cercando di internazionalizzare – spiega Penillas – nel nostro lavoro, per stabilire standard da seguire in modo da garantire una sempre maggiore partecipazione alla vita delle persone disabili”.

Uno dei principali problemi infatti “è la mancanza di una vera partecipazione delle persone disabili, soprattutto nei media, dove finiscono per essere oggetto strumentale”. A spiegarlo con ironia e tanta verità è il video della conduttrice australiana Stella Joung, che cattura i presenti in riconoscimento totale: “A tutti è capitato di vedere immagini particolarmente toccanti di un bambino senza braccia che disegna con una matita in bocca, oppure di persone disabili stereotipate come ‘supereroi’. Ebbene quella è pornografia motivazionale, perché si strumentalizza una persona a beneficio di qualcun altro, cosicchè le persone non disabili, vedendo quelle immagini possano dire: per quanto la mia vita sia difficile, potrebbe sempre andare peggio”.

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