Politica
19 Ottobre 2017
Calvano (Pd): «Giornata importante». Fabbri (Ln): «Bonaccini vuole solo spostare l’attenzione da quello che sta succedendo in Lombardia e Veneto»

Governo e Regione iniziano a trattare per l’autonomia

di Redazione | 3 min

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Nella giornata di mercoledì il presidente della Regione Stefano Bonaccini e il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni hanno sottoscritto il documento che sancisce l’inizio del percorso che dovrebbe portare a una maggiore autonomia della Regione Emilia-Romagna.

«Con la firma di oggi, parte il percorso che ci porterà ad avere una Regione sempre più forte e competitiva», commenta il segretario del Pd dell’Emilia-Romagna, Paolo Calvano. «È una giornata importante per la nostra Regione – prosegue Calvano – perché si è riconosciuto il lavoro fatto in questi mesi dal Presidente Bonaccini, dalla Giunta e dall’Assemblea regionale. Un lavoro attento, fatto di confronto, di condivisione e di dialogo. È la dimostrazione che anche in questo campo abbiamo dimostrato di poter essere la Regione capofila in Italia perché siamo arrivati prima di altre che hanno deciso di trascinare i propri cittadini in un referendum che costerà milioni di euro pur essendo del tutto inutile”. “Ora l’iter proseguirà – conclude Calvano – la strada da percorrere non sarà breve ma dopo il semaforo verde di oggi, si parte”. Pieno sostegno all’azione della Regione è arrivato anche da oltre duecento amministratori del Pd dell’Emilia-Romagna che si sono riuniti in assemblea martedì sera a Faenza, alla presenza del segretario Calvano e del responsabile nazionale enti locali del Pd Matteo Ricci. Durante l’incontro è stato anticipato che il documento che verrà presentato e discusso nel corso della conferenza programmatica del Pd che si svolgerà a Napoli dal 27 al 29 ottobre, presenterà la via emiliano-romagnola all’autonomia come un modello nazionale a cui fare riferimento.

Di parare nettamente opposto è invece Alan Fabbri, segretario provinciale della Lega Nord:  «Una missione che suscita tenerezza – taglia corto il capogruppo regionale sull’incontro tra Bonaccini e Gentiloni – dal momento che la sua è un’azione orchestrata con il Partito Democratico, al solo scopo di spostare l’attenzione da quello che sta succedendo in Lombardia e Veneto. Dove i cittadini saranno chiamati alle urne, in un processo democratico, per chiedere effettivamente che i loro territori possano usufruire del residuo fiscale che le due regioni producono». La dichiarazione d’intenti firmata dal premier Gentiloni e dal presidente dalla Regione per Fabbri rappresenta «tanto chiasso per niente, mi dà la sensazione di quelle feste in case private, in cui gli altri si divertono e qualcuno mette la musica.

«Presentarsi a Roma per sentirsi dire che il Governo si riserva di effettuare tutti gli approfondimenti richiesti, in un processo che viene definito complesso, vuol dire tutto e niente – prosegue Fabbri -. Non vi è alcun impegno romano per garantire all’Emilia-Romagna competenze aggiuntive, né tanto meno per trattenere risorse sul territorio. Bonaccini tratta su cinque, misere deleghe, rinunciando di fatto ad avere maggiore autonomia su temi fondamentali, quali ad esempio: porti e aeroporti (sui quali la Regione giocherebbe un ruolo strategico); rapporti internazionali con l’Ue, sul commercio estero, l’ordinamento della comunicazione e le grandi reti di trasporto e la distribuzione dell’energia». Insomma, «Quella che si sta consumando – sottolinea Alan Fabbri – è una farsa, ai danni dei cittadini emiliano-romagnoli».

 

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