di Giuseppe Malatesta
Comacchio. Una casa-rifugio nell’appartamento che fu della mafia. Quest’anno la terza edizione del progetto ‘Liberi dalle mafie’, promosso dall’amministrazione comunale attraverso laboratori e attività indirizzate a scuole e comunità, si lega a quello che sarà “un segno tangibile e concreto sul territorio” della lotta alla criminalità e ai soprusi sociali.
Sarà infatti destinato a casa di accoglienza per le donne vittime di violenza uno degli appartamenti confiscati negli anni passati alla criminalità organizzata. Di proprietà comunale dal 2008 e in corso di ristrutturazione, offrirà 5 posti letto e una equipe qualificata, sotto la gestione del Centro Donna Giustizia di Ferrara.
La struttura – rimessa a nuovo grazie ai contributi regionali previsti dalla legge 18/2016, nella misura di 60 mila euro a cui se ne aggiungo 30 mila euro comunali – costituirà una risorsa per l’intero distretto sanitario, sopperendo ad una carenza provinciale di posti letto dedicati alla particolare utenza (pari a 16 posti localizzati nella casa rifugio di Ferrara, a fronte dei 21 previsti).
“Un immobile che rappresenta una speranza” secondo il vicesindaco Denis Fantinuoli. “Tra le sue mura potremo restituire dignità e speranza, ribaltando le cattive azioni che ci hanno permesso di ottenerlo”. “Da un reato nasce un’opportunità” gli fa eco il tenente della compagnia dei Carabinieri di Comacchio, Andrea Coppi, riconoscendo il merito all’amministrazione che ha stabilito la nuova destinazione.
“A Comacchio – aggiunge Coppi – enti, associazioni e Comune sono in prima linea nella sensibilizzazione alla legalità, più di quanto abbia visto in altri territori. Il lavoro di prevenzione portato avanti nelle scuole e nella comunità degli adulti è indicativo dell’attenzione non scontata per reati e problematiche sociali che spesso vengono sottovalutate o viste con una certa terzietà”.
In particolar modo la violenza di genere e il bullismo saranno al centro del progetto educativo Liberi dalle mafie, abbracciato per il terzo anno consecutivo dalle scuole e dalle associazioni del territorio, tra cui il gruppo ‘TemperaMenti’ – che contribuirà attraverso il teatro comunitario – e l’attore regista Alessandro Gallo dell’associazione Caracò, coinvolto per il secondo anno insieme al videomaker Maurizio Cinti direttamente tra i banchi di scuola degli istituti comprensivi di Comacchio e Porto Garibaldi e dell’istituto superiore Remo Brindisi.
“Attraverso il gioco e l’ironia– racconta Gallo – affronteremo con i più giovani un percorso di consapevolezza che sfocerà nella realizzazione di un cortometraggio/spot scritto e interpretato da loro. Ci sarà spazio anche per le testimonianze dirette” anticipa, e Giorgia Mezzogori del Servizio Comunale Pubblica Istruzione e Pari Opportunità conferma: “Per l’evento conclusivo del progetto avremo Teresa Mares, madre di Andrea Spezzacatena – il 15enne romano suicida nel 2012 perché vittima di bullismo – e l’attore Gianluca Di Gennaro (da Gomorra, presto nelle sale con Gramigna)”.
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