Siria. Gli Usa mandano nave verso le coste libanesi. Jet russi la sorvolano. Scenari da guerra fredda nel Mediterraneo orientale

di redazione 10/04/2018 ESTERI
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A ridosso del presunto attacco chimico a Douma a Est di Damasco, il presidente Usa Donald Trump aveva promesso una risposta entro 24-48 ore. Per il momento però il primo segnale arrivato da Washington è stato il movimento del cacciatorpediniere Donald Cook che secondo il quotidiano turco Hurriyet ha lasciato il porto cipriota di Larnaca, dove era ormeggiato, per avvicinarsi alle acque territoriali siriane.

Secondo il giornale, la nave da guerra statunitense sarebbe giunta a circa 100 km dal porto siriano di Tartus, dove c'è una base della marina militare russa. Non risultano al momento conferme ufficiali da parte delle forze armate Usa sulle manovre. La Cook è stata però accolta da alcuni jet russi che avrebbero sorvolato a bassa quota per quattro volte il cacciatorpediniere compiendo manovre di disturbo mentre si avvicinava alle acque territoriali.

MOSCA: «NON SI RISCHIERA' IL CONFLITTO». Intanto però da Mosca arrivano messaggi di distensione, per bocca di Mikhail Bogdanov, vice ministro degli Esteri e inviato speciale di Putin in Medio Oriente: «Non credo che vi sia il rischio di un conflitto armato fra la Russia e gli Usa in Siria», ha detto. «Alla fine», ha concluso Bogdanov, «il buon senso dovrebbe prevalere sulla follia».

CREMLINO: SU ARMI CHIMICHE USA POCO COSTRUTTIVI. Ancora critico il Cremlino sulle reazioni per il presunto attacco chimico. Dmitri Peskov, portavoce del governo, rispondendo a una domanda di Interfax sull'inasprimento della situazione Siria ha detto che «gli Usa hanno adottato, insieme ad altri paesi, una posizione poco costruttiva: si rifiutano di affrontare la realtà e cercano colpevoli per l'uso delle armi chimiche».

IRAN: IL RAID ISRAELIANO NON RIMARRA' IMPUNTITO. Intanto non si placano le tensioni dopo il raid del 10 contro la base siriana di Tiyas. L'attacco ha provocato la morte di sette cittadini iraniani scatenando le iere di Teheran. Ali Akbar Velayati, alto funzionario della repubblica islamica in visita in Siria, ha detto che la morte dei connazionali «non rimarrà senza risposta». L'agenzia persiana Farsnews aveva parlato inizialmente di quattro vittime iraniane nel raid aereo israeliano ma i media del Paese hanno portato a sette il bilancio. Secondo fonti non ufficiali, i loro corpi sono stati trasferiti in nel Paese degli paese degli ayatollah dove si svolgeranno le cerimonie funebri.

DAMASCO INVITA GLI ISPETTORI DELL'OPAC. Per quanto riguarda invece quanto successo a Douma la Siria ha invitato gli osservatori dell'Opac per indagare sul sospetto attacco chimico nella Ghouta. Il ministero degli Esteri siriano ha reso noto che l'Organizzazione per la Proibizione della Armi Chimiche (Opac) aiuterà il governo di Damasco nell'indagine sull'attacco, che secondo attivisti dell'opposizione sarebbe stato condotto con armi chimiche. Damasco, che ha smentito di aver utilizzato gas, ha invitato l'Opac a lavorare in «piena trasparenza e a fare affidamento su prove credibili e tangibili».

 


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