L’accoglienza è nei cromosomi di Bologna. Verso la 32ª edizione di “Ponti di pace”. L’arcivescovo Zuppi: “è ciò che i fondamentalisti temono di più”

“Ciò che celebreremo non sarà la fusione dell’esperienza di fede di ciascuno in un’unica super-religione, ma il dialogo. Ovvero ciò che i fondamentalisti temono di più”. Lo ha affermato l’arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Maria Zuppi, nel corso della conferenza stampa in cui è stato presentata la 32ª edizione “Ponti di Pace”, l’evento organizzato in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio che si terrà a Bologna dal 14 al 16 ottobre. “Interverranno uomini e donne di fede, ma anche non credenti”, ha sottolineato l’arcivescovo, evidenziando come “fra questa moltitudine potremo ascoltare, insieme a quella di tante persone importanti, anche la voce delle comunità e del popolo”. “Una città come Bologna che ha nei suoi cromosomi l’accoglienza, l’incontro, la libertà e il rispetto dell’altro è ben contenta di accogliere questo pellegrinaggio”, ha poi concluso il presule.

“Ponti di pace” – ha osservato il sindaco di Bologna, Virginio Merola – “rappresenterà un’occasione anche per la crescita del dialogo e dell’incontro fra le varie culture e religioni che convivono a Bologna”. “La religione infatti – ha proseguito – rappresenta una componente fondamentale della convivenza fra i popoli. Insieme, nonostante la differenza di credo, ribadiremo che l’utilizzo della religione a scopo di violenza è una bestemmia”.
Per la Comunità di Sant’Egidio ha preso la parola Alberto Quattrucci, segretario generale di “Uomini e religioni”: “Mi piace ribadire oggi ciò che Giovanni Paolo II ebbe a dire nel 1986, durante la giornata di preghiera per la pace di Assisi: ‘La pace è un cantiere aperto a tutti’”. “Un cantiere – ha aggiunto – che serve non solo per costruire ponti, ma anche per far manutenzione di quelli esistenti”. Quattrucci ha poi illustrato gli argomenti di discussione che verranno affrontati nei diversi “panel” segnalando “quelli dedicati all’Europa e alle guerre dimenticate, ma anche al ‘68 e alla figura di Martin Luther King con la presenza della figlia Bernice”. “Trovo significativo anticipare – ha concluso – anche la presenza di tre vescovi provenienti dalla Cina”.

 

fonte: agensir