Abusi, il cardinale Bassetti: “In Italia stiamo camminando bene. Ma in Australia si rischia di violare il sacramento della confessione” (di F. Gnagni)

“Stiamo lavorando con molta intensità”. Durante la conferenza stampa al termine del consiglio episcopale dei vescovi italiani il presidente Gualtiero Bassetti ha toccato anche l’annoso tema degli abusi di cui si parlava di un aggiornamento delle linee guida nella Chiesa italiana. “Una lettera di O’Malley, la cui commissione ha avuto un incontro con noi 15 giorni fa, e ha espresso soddisfazione per il lavoro che stiamo facendo. Il consiglio permanente non ha finalità deliberative, è l’assemblea che formula un documento. Ma siamo contenti perché ci hanno detto che stiamo camminando sulla strada giusta, accogliendo le vittime, favorendo cultura della prevenzione, con un grande discernimento nei seminari. Dobbiamo verificare il pregresso di vita di questi adulti che sono i principali che entrano in seminario. Dobbiamo poi favorire una formazione permanente dei preti. Sono queste le linee di fondo che stiamo portando avanti”.

Il cardinale Bassetti ha sottolineato che le situazioni di abusi sono da affrontare a livello della Santa Sede, e che la Chiesa italiana dovrebbe in ogni caso fare riferimento a loro, prima di produrre una pubblicazione. Il portavoce della Cei don Ivan Maffeis, ha aggiunto che “la commissione sta lavorando perché ogni diocesi abbia un referente. Il primo aspetto è giuridico, il secondo è pastorale. Il tema degli abusi non è solo di preti, nelle nostre comunità non deve esserci cittadinanza per alcuna forma di abuso. Il lavoro deve portare una formazione ai sacerdoti ma anche ai catechisti e agli animatori. Il terzo ambito è della comunicazione, dove non si deve solo portare avanti una situazione difensiva ma essere trasparenti o anche dare la notizia, come già spesso accade. È una cultura dove facciamo fatica, è un cammino da fare. Come ha detto il Papa è qualcosa di lento, senza che giustifichi ritardi o abusi”.

“In Australia hanno chiesto anche di violare il segreto della confessione”, ha però concluso Bassetti in tono grave. “Se io ammetto questo per un caso finiamo per abolire lo stesso sacramento della confessione, perché nessuno verrebbe più a confessarsi se non si sente garantito. Se siamo richiesti fuori del foro interno che va salvaguardato dobbiamo capire. Siamo disposti a ogni collaborazione con l’autorità civile per venire fuori da questa terribile soluzione. Con il variare dei tempi varia l’ermeneutica e il modo di interpretare i fatti. Nel passato non si usava la stessa gravità e urgenza, giusta, che si usa oggi. Come nella Chiesa dove ci si muniva di più di tutelarsi dagli scandali. Noi abbiamo acquisito oggi una coscienza, la Chiesa italiana vuole andare fino in fondo”.

 

Francesco Gnagni