Al Gore: “Il Papa in prima linea nella difesa dell’ambiente. I poveri e i deboli sono i più colpiti”

Il pericolo derivante dal riscaldamento globale fu per la prima volta portato al grande pubblico nel 2007 dal documentario “An Inconvinient Truth”, “Una scomoda verità”, diretto da Davis Guggenheim, che ha raccontato la campagna riguardante i cambiamenti climatici condotta da Al Gore, vice presidente degli Stati Uniti d’America dal 1993 al 2001 con la presidenza Clinton, che, al termine del proprio mandato, ha incanalato tutte le proprie energie nella lotta a difesa dell’ambiente, in una vera e propria guerra combattuta in primo luogo per educare i cittadini a preoccuparsi del nostro pianeta, guadagnandosi il premio nobel per la pace mentre “An Inconvinient Truth”, la cui uscita non a caso fu fatta coincidere con quella del noto “The Day After Tomorrow”, vinceva un premio oscar come miglior documentario.

L’ex vicepresidente degli Stati Uniti ha parlato a Berlino in occasione di un incontro della sua organizzazione “Climate Reality Project” e, interrogato da Vatican News, non ha mancato di elogiare gli sforzi di Papa Francesco a favore dell’ambiente e di parlare della campagna che sta continuando a condurre ormai da 20 anni circa: “Credo che lo scopo della nostra vita sia di glorificare Dio; continuare ad accumulare disprezzo e distruzione contro la creazione di Dio è grottescamente incoerente con il modo in cui dovremmo vivere la nostra vita. Inoltre, la crisi climatica è oggi la più grave sfida esistenziale che l’umanità abbia mai affrontato. E non solo l’umanità è a rischio: secondo biologi di fama internazionale, fino a quasi la metà di tutte le specie viventi con le quali condividiamo la vita su questa Terra corrono il pericolo di estinguersi nel corso di questo secolo. Il Signore ordinò a Noè di radunare nella sua arca due esemplari per ogni specie per “tenerli in vita con te”: credo che quella richiesta sia valida anche per noi. Al momento”, ha continuato Al Gore, “stiamo usando quel guscio sottile che è l’atmosfera che circonda il nostro pianeta come una “discarica a cielo aperto”, scaricandoci ogni giorno 110 milioni di tonnellate di inquinamento prodotto dall’uomo, che crea riscaldamento e che intrappola il calore. Il totale, a oggi, ha accumulato tanta energia termica in eccesso quanta ne verrebbe rilasciata da 400 mila bombe come quella sganciata su Hiroshima, che esplodessero ogni 24 ore. Le conseguenze di questa extra energia termica sono evidenti: tempeste più forti, acquazzoni più violenti, inondazioni più distruttive e grandi frane di fango, siccità estreme e prolungate, raccolti scarsi, scarsità d’acqua in molte regioni, aumento degli incendi, diffusione di malattie, scioglimento dei ghiacci e innalzamento del livello del mare assieme all’acidificazione dell’Oceano, e molto altro. Quindi, davvero non abbiamo scelta. Dobbiamo risolvere la crisi climatica”.

“Come ha detto Papa Francesco: ‘se distruggiamo il creato, il creato ci distruggerà'”, ha affermato Al Gore. “La leadership di Papa Francesco è di ispirazione per tutti noi, a livello mondiale, in particolare per la sua vigorosa e ripetuta enfasi in favore di una soluzione della crisi climatica. Sono grato e ammirato per la chiarezza della forza morale che incarna. Papa Francesco parla anche in modo molto efficace dei più vulnerabili tra noi, cioè i poveri, e aiuta coloro che lo ascoltano a capire come noi tutti, indistintamente, siamo colpiti dalla crisi climatica. In particolare, la sua Enciclica Laudato si’ ha segnato un passo cruciale per la Chiesa cattolica nel guidare il mondo a impegnarsi ad affrontare la crisi climatica prima dell’Accordo di Parigi. In questi e in molti altri modi, il Papa è stato in prima linea nel guidare il mondo in un’azione costruttiva sul clima. Praticamente tutti i miei colleghi e amici cattolici sono “elettrizzati” fin dentro le ossa per il fatto che stia offendo questa leadership spirituale. Come lo sono anche io. Più in generale, penso che l’insegnamento spirituale abbia ovviamente un ruolo cruciale nelle comunità di tutto il mondo. Il Papa è un modello per i leader di altre tradizioni religiose: li ispira nel comunicare i pericoli derivanti dalla crisi climatica e il nostro dovere di “amministratori” del Creato per risolverla.”

In particolare il Papa e Al Gore sono d’accordo che i poveri siano i più colpiti dai cambiamenti climatici nelle varie zone del mondo: “Come ha sottolineato Papa Francesco, coloro che vivono in povertà sono colpiti in modo sproporzionato dalla crisi climatica, che ha un impatto dannoso sul loro accesso alle risorse di prima necessità e minaccia la loro salute. Ad esempio, Porto Rico, dove oltre il 40 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, sta ancora cercando di riprendersi dalle conseguenze dell’uragano Maria, che ha disastrato la rete elettrica del Paese e le reti di telefonia mobile ed ha allagato interi quartieri”. Purtroppo, non devono essere temuti solo cataclismi dirompenti come terremoti o uragani, ma anche avvelenamenti più lenti che il nostro pianeta e tutta l’umanità, ma soprattutto quella parte di umanità con mezzi minori, subiscono: “L’inquinamento da monossido di carbonio (CO) insieme all’anidride carbonica CO2 derivante dalle emissioni di carbonio nell’atmosfera sta facendo ammalare le persone. È noto che consentire un maggiore inquinamento atmosferico nelle nostre città e nelle comunità più piccole sta facendo ammalare ancora più persone. In base al documento “Principi della Giustizia Ambientale”, sappiamo che gli effetti di questo inquinamento hanno maggiori probabilità di colpire quelle comunità che sono state private del potere politico ed economico necessario per difendersi. E’ qui che si fanno sentire per primi i danni. Non sono solo i poveri a essere colpiti in modo sproporzionato dalla crisi climatica”, ha affermato il premio nobel per la pace, “l’elenco comprende i malati di mente, le persone con problemi di salute preesistenti, gli anziani, i neonati e i bambini, i senza fissa dimora e le comunità di minoranza. Negli Stati Uniti, ad esempio, i bambini afroamericani hanno una probabilità tre volte maggiore rispetto alla popolazione complessiva di soffrire di malattie legate all’inquinamento atmosferico, hanno il doppio di probabilità di avere l’asma e dieci volte la probabilità di morire di asma, rispetto ai bambini delle comunità maggioritarie.”

Infine, l’ex vicepresidente degli Stati Uniti ha espresso la propria gioia per l’esortazione a produrre energia pulita mossa dal Papa ai dirigenti delle compagnie petrolifere ricevuti in Vaticano e ha offerto il proprio commento in merito: “Per raggiungere questo obiettivo, prima di tutto deve esserci una valida alternativa ai combustibili e alla immissione di inquinanti nell’aria. Fortunatamente, c’è. L’energia rinnovabile e altre soluzioni alla crisi climatica sono ora economicamente concorrenziali rispetto ai combustibili fossili. Di conseguenza, le grandi compagnie di combustibili fossili sono costrette a riesaminare i loro modelli di business. Spero che, una volta eliminata la dimensione economica dall’equazione, la scelta morale si paleserà come inevitabile a molte più persone e alla fine prevarrà. Siamo agli inizi di una “Rivoluzione della sostenibilità” globale, che ha le dimensioni e l’impatto della Rivoluzione industriale, ma con la velocità della Rivoluzione digitale. Facilitate anche dall’emergere di nuove tecnologie e consumatori sempre più informati, le attività commerciali sostenibili si sono rapidamente diffuse negli ultimi anni. A causa della crescente pressione sociale e politica – e del crescente costo dell’inquinamento da anidride carbonica – i governi di tutto il mondo stanno dunque approvando delle legislazioni per ridurre le proprie emissioni. Alla fine del 2017, la Cina ha istituito un “mercato del CO2”, unendosi all’Unione Europea e ad altri Paesi come il Cile e la Colombia, Paesi che hanno aderito all’imposizione di una tassa sulle emissioni di CO2.
La conferenza convocata da Papa Francesco in Vaticano con i dirigenti delle compagnie petrolifere è un segnale davvero incoraggiante che questa transizione verso un futuro sostenibile possa diventare rapidamente una realtà e non rimanga più un sogno. Dobbiamo però muoverci ancora più velocemente per garantire che questa transizione avvenga in tempo utile per prevenire gli effetti più devastanti della crisi climatica.”

CP