Cisterna. Il vescovo di Latina: immane dolore per questa tragedia che ci interpella tutti

“La tragedia che ha sconvolto oggi la città di Cisterna, e in particolare la comunità parrocchiale di S. Valentino, getta nello sconforto per l’immane dolore che rivela e trasmette. Questo è soprattutto il momento della partecipazione, del cordoglio, della preghiera. Non si dovrà certo smettere di riflettere, comprendere e cercare di agire per prevenire simili atrocità. Ci sono senza dubbio cause molteplici accumulate nel tempo e tutti siamo, in vario modo, tirati in ballo e interpellati nelle nostre responsabilità. La comunità parrocchiale, a cominciare dai presbiteri, ha cercato di accompagnare e sostenere una famiglia ormai in grave difficoltà per l’insostenibilità ulteriore della relazione di coppia, coinvolgendo anche la figlia maggiore nell’Azione Cattolica. Ma non è bastato. Troppo complicato è il groviglio della psiche umana e delle relazioni difficili nelle relazioni di coppia e di famiglia”. Così il vescovo di Latina Mariano Crociata sulla tragedia di Cisterna di Latina. Il vescovo è intervenuto con una lunga nota ai fedeli invitando tutti a una profonda riflessione: “Due cose forse andranno pensate, col tempo – ha affermato -. Due cose che hanno a che fare con l’educazione al senso della persona, degli affetti, delle relazioni, del rispetto, non ultimo al senso della fragilità e all’esperienza dei fallimenti umani, che non diventano mai più importanti delle persone e della vita. La delicatezza e le implicanze per sè e per gli altri della scelta del matrimonio impongono una educazione al discernimento della persona con la quale si vuole costruire il proprio progetto di vita comune. Ancora spropositato è lo spazio riservato in questo campo all’amore romantico rispetto all’amore come atto di scelta motivata e responsabile. È un compito a cui tutti, società civile e comunità ecclesiale, dobbiamo dedicarci con rinnovata drammatica consapevolezza. E poi è indispensabile creare reti protettive attorno alla famiglia nucleare, spesso ridotta a monade persa in un mondo ostile, dentro la quale non si riesce più a distinguere tra ostilità esterna e ostilità interna, diventando preda di emozioni e stati d’animo senza più controllo ragionevole di sorta. Anche le nostre comunità, pur con il grande lavoro che fanno e che hanno fatto anche in questo caso, devono promuovere un senso più grande e intimo di solidarietà e di premura. E ci sono le condizioni per farlo. Ma intanto, rientriamo in una delicata attenzione al dolore delle persone coinvolte e in una rinnovata fiducia nella misericordia di Dio, con una infinita pietà che sappiamo di poter fondere nella preghiera della Chiesa”.