Click To Pray: l’App per pregare con il Papa. Adesso anche in italiano

Di tempo ne è passato da quando la Rete Mondiale di Preghiera del Papa veniva fondata: eravamo nel lontano 1844 e il mondo da allora è cambiato diverse volte, e non poco. Per questo oggi la Rete, presente ormai in oltre 100 paesi e composta da oltre 35 milioni di persone, intende essere ancora più presente nel mondo, ovvero nel modo che i tempi suggeriscono. E’ per questa ragione che oggi è stata presentata a Roma la versione italiana della piattaforma Click To Pray promossa dalla Rete Mondiale di Preghiera del Papa e dal Meg (Movimento eucaristico giovanile). Il motto della piattaforma è “connetti la tua preghiera con il mondo”, ma in realtà, di fatto, potrebbe anche tradursi con “connetti il mondo con la tua preghiera”, essendo l’App Click To Pray una piattaforma ufficiale di preghiera per le intenzioni del Papa che connette tra loro migliaia di persone che intendono pregare ogni giorno per le sfide dell’umanità e per la missione della Chiesa, come Francesco propone appunto nelle sue intenzioni di preghiera.

L’App venne lanciata dalla Rete mondiale a Radio Vaticana il 10 marzo 2016, in occasione delle “24 ore per il Signore”, oltre che a livello mondiale in inglese, spagnolo, tedesco e francese, ma in realtà non fu effettivamente operativa. “Si iniziò con le lingue più internazionali, soprattutto per la Chiesa, pensiamo per esempio allo spagnolo – ha spiegato padre Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa e del MEG -, ma in realtà una prima versione nacque nel 2014 in Portogallo, per iniziativa dell’Apostolato della Preghiera per i giovani del Meg locale. Quella versione ha immediatamente creato una comunità di 87mila persone in 138 paesi e ha preparato il terreno per la globalizzazione del progetto, venendo infine trasformata in vista del Giubileo della misericordia in una App internazionale”. Oggi la comunità è composta da 900mila persone di 216 nazioni, di cui entra a far parte da oggi anche l’Italia. Un ritardo dovuto anche alla mancanza di fondi adeguati, come ha spiegato Fornos: “Non è facile trovar fondi – ha detto -, soprattutto nella Chiesa, dove siamo abituati ad una certa gratuità. Ma professionalità e gratuità non sempre sono facili da combinare. Allora abbiamo dovuto aspettare. E in settembre è previsto il lancio anche in lingua cinese”.

Click To Pray è un’applicazione per Smartphone, Tablet, iPhone, Android o Windows Phone, ma anche per Facebook, Twitter, Youtube, newsletter e blog, che presenta qualcosa di diverso per ognuno dei 365 giorni dell’anno e invia le notifiche agli utenti sulla Giornata Mondiale di Preghiera (primo venerdì del mese) e propone di scandire la giornata con tre momenti di preghiera: mattino, pomeriggio e sera. Scansione che ricorda molto quella fotografata nel famoso quadro dell’Angelus di Millet, come ha ricordato padre Alessandro Piazzesi, direttore nazionale della RMPP: “quel quadro è icona di un tempo che fu, al suono della campana i contadini si fermavano e si univano alla rete di preghiera di allora… Questa App, però, potremmo definirla semplicemente come la forma moderna di quel suono di campane, ‘cliccate e pregate’ come la traduzione moderna di quell’evangelico ‘venite e vedete’”. “E l’obiettivo, ma anche la sfida, che si propone l’App – gli ha fatto eco padre Andrea Picciau, responsabile nazionale del MEG in Italia – è proprio questa: aiutare i ragazzi di oggi ad incontrare il Signore ed educarli ad assumere lo stile di Gesù, a fare propri i criteri di vita, le scelte di vita di Gesù. Imitazione che non è scimmiottamento ma frutto di una relazione che è posta al centro della vita. Quello che il MEG chiama ‘progetto uomo eucaristico’. Allora, la preghiera in questo senso rimane l’unica sempiterna possibilità di approfondire questa relazione, e l’App un modo per entrare nel mondo fortemente influenzato dai social in cui vivono i ragazzi”. Click To Pray, dunque, ci ha tenuto a precisare Picciau, “non vuole sostituire l’esperienza originaria – rispetto alla rete – di incontrare la persona di Gesù, ma cerca di guardare al mondo virtuale come qualcosa di concreto e non di astratto, qualcosa per curare e approfondire qualcos’altro che avviene già nella vita concreta e non come qualcosa di necessariamente negativo. La sfida quindi non è di convincere il ragazzo ma di educarlo alla preghiera”.

Alla conferenza stampa erano presenti, inoltre, anche padre Federico Lombardi, ex direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Gianfranco Matarazzo, provinciale della Provincia euro-mediterranea, e Juan della Torre, founder e ceo de La Machi comunicazione per le buone cause. “Ben vengano gli strumenti che aiutano la Chiesa a vivere nel mondo digitale e a combattere la buona battaglia in termini spirituali nel mondo di oggi – ha detto padre Lombardi nel corso del suo intervento -. Viviamo inseriti in un ambiente in cui la rete ci avvolge e fa parte del nostro vissuto quotidiano”. Secondo Lombardi Click To Pray può essere “un’arma, uno strumento offerto dalla tecnologia che aiuta a far crescere il bene in questo mondo così complesso che noi guardiamo con intelligenza spirituale chiedendoci come nella rete possiamo aiutare le persone a distinguere il bene dal male e a vivere una vita sensata e orientata verso Dio e verso gli altri”.

 

Francesco Donat-Cattin