Colombia. Ingrid Betancourt vuole fare la sua parte nel processo di pace. A favore della riconciliazione nazionale

Papa Francesco lo ha detto con chiarezza nel suo viaggio dello scorso settembre: in Colombia deve vincere il perdono. Ma sentire parole analoghe dall’ex candidata alla presidenza che fu per 6 anni ostaggio della guerriglia, Ingrid Betancourt, fa un certo effetto. Rientrata in Colombia dalla Francia dove si era stabilita dopo il rilascio del luglio 2008, la Betancourt non ha escluso la possibilità di essere portavoce delle vittime del conflitto al Congresso della Colombia, in caso di un’ipotetica rappresentanza nel corpo legislativo prevista dagli Accordi di pace. Nell’intervista alla rivista Semana si è espressa anche sui rischi che potrebbero correre gli accordi con una eventuale vittoria del candidato di destra, Iván Duque, alla presidenza della Colombia. “Se c’è il rischio che questo significhi porre fine al processo di pace, mi sembra una cosa grave. Ma penso che siamo tutti d’accordo sul fatto che non c’è marcia indietro e che vogliamo migliorare ciò che c’è. Quindi, penso che se ci sono cambiamenti, questi debbano essere inquadrati in un dialogo e nel rispetto per ciò che è già stato fatto. Questi cambiamenti non possono alimentare l’odio e la vendetta. Nessuno vuole che il paese torni agli anni neri in cui si tagliava la testa alle persone per pensare in modo diverso e giocavano a calcio con le loro teste”.

Ad una domanda sulla scarsa popolarità con cui il governo di Juan Manuel Santos chiude il suo mandato elettorale Ingrid Betancourt ha risposto: “Credo che quando passeranno gli anni e passeranno i secoli, nella storia della Colombia resterà un uomo, Juan Manuel Santos, l’uomo che ha firmato la pace. Questo è qualcosa che non dobbiamo sottovalutare”.

Fonte: Terre d’America