Conte alla commemorazione delle 52 vittime di Arquata. Il vescovo D’Ercole: “trasformare la catastrofe in opportunità”

“Dobbiamo trasformare una tragedia enorme come quella di un terremoto in una opportunità”. Sono parole del vescovo di Ascoli Piceno, Giovanni D’Ercole, durante la messa celebrata nella frazione di Pescara del Tronto, dopo una fiaccolata cui hanno partecipato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e centinaia di persone. “Il terremoto non è un incidente ma fa parte della vita. Allora dobbiamo costruire in modo che le nostre case non ci facciano paura. La ricostruzione che verrà, quindi, non dovrà essere una mera opera di maquillage ma improntata davvero a garantire un futuro nel nome della sicurezza di tutti”. “I vostri morti sono i nostri morti – ha detto ancora il vescovo rivolgendosi ai parenti delle vittime – ma anche la nostra speranza è la vostra speranza”.

“Ora diamogli sotto”, ha esortato uno dei partecipanti rivolto al premier Conte, che dopo la commemorazione si è fermato a parlare con i parenti delle vittime. E poi si è fermato con un comitato di terremotati dai quali gli era arrivata una lettera, che però Conte ha detto di non aver visto. “Fatemela riavere”, ha chiesto il premier.

Alle 3:36, l’ora della prima scossa di terremoto del 24 agosto di due
anni fa, il parroco di Pescara del Tronto don Nazzareno Gaspari ha cominciato a leggere i nomi delle 52 vittime della piccola frazione di Arquata del Tronto scanditi dal rintocco di una campana.