Don Luciano Sarti verso la beatificazione. Domenica Zuppi conclude la fase diocesana nel Santuario dove ha confessato 48 anni

Domenica pomeriggio l’arcivescovo Matto Zuppi presiederà la chiusura del processo diocesano per la canonizzazione di don Luciano Sarti nella chiesa di Poggio di Castel San Pietro dove per 48 anni, questo sacerdote ha lungamente testimoniato la misericordia nel suo confessionale e predicato la fedeltà ai valori della fede cristiana verso tutti coloro che si recavano per pregare nel santuario.
Don Sarti rappresenta una stella nella spiritualità sacerdotale della diocesi di Bologna e forse presto lo sarà per tutta la Chiesa, ma la biografia è in realtà abbastanza semplice: non ci sono nella sua vita eventi straordinari agli occhi del mondo.

Nacque il 15 dicembre 1910 a Budrio. Il giorno seguente con il Battesimo celebrato nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo la sua vita fu immersa nel mistero pasquale del Signore Gesù per riemergere nella vita nuova del Risorto. Famiglia povera, dove non manca la sofferenza: Luciano ha solo sette anni quando il suo papà muore sul fronte del Grappa dopo essere scampato alla disfatta di Caporetto. Nel 1918 Luciano viene segnato con il sigillo dello Spirito nella Cresima e si accosta all’Eucaristia.

In seguito sua madre si risposa con Luigi Cavina e si trasferisce in una casa più agevole.
All’età di 14 anni Luciano chiede ed ottiene di entrare in Seminario a Bologna: il rettore è don Marcello Mimmi (che diventerà in seguito vescovo di Crema e poi arcivescovo di Napoli per poi approdare da cardinale al dicastero per i Vescovi da lui guidato dal 1957 al ’61); direttore spirituale è don Cesare Sarti, figura di grande rilievo nella formazione spirituale di generazioni di preti bolognesi.
Intanto cominciano a manifestarsi sintomi della malattia che sarà una caratteristica essenziale in tutta la vita di don Luciano: prima una flebite, poi una pleurite che sfocia in gravi problemi polmonari: sono innumerevoli i ricoveri ospedalieri: nel 1932, nel 1933, nel 1937, nel 1941, nel 1946, nel 1949 fino alla fine. Ricevendo ad ogni ricovero l’Unzione degli infermi. A causa delle sue condizioni di salute si pensa di anticipare la sua ordinazione sacerdotale, nel timore che non possa arrivare alla data prevista.
Il 22 dicembre 1934 è diacono; il 6 aprile 1935 viene ordinato prete dall’Arcivescovo Cardinale Nasalli Rocca. La sua prima Messa solenne sarà celebrata la Domenica di Passione nella parrocchia di Medicina il giorno successivo all’ordinazione.

Nel 1939, anche a causa della sua salute precaria, viene nominato rettore del Santuario della Madonna del Poggio, in comune di Castel San Pietro. Vi rimarrà per 48 anni, fino alla morte. Ma quel piccolo Santuario, in periferia della Diocesi di Bologna, diventerà presto un centro di irradiazione spirituale straordinaria per moltissime persone, di ogni categoria, di ogni provenienza spirituale: sacerdoti e vescovi, religiosi e religiose, laici uomini e donne di ogni situazione hanno affollato il suo confessionale, hanno sentito l’esigenza di ascoltare quel povero prete e di pregare con lui, sotto lo sguardo materno della Madonna del Poggio.
Morì sofferente e sereno nell’Ospedale di Castel San Pietro il 25 aprile 1987. Il ricordo di don Luciano permane forte nell’arcidiocesi di Bologna e nell’intera Emilia Romagna.