Elezioni Brasile, il messaggio dei vescovi che parla della “forza di cambiamento del popolo”

“Un messaggio d’incoraggiamento e speranza per un Brasile giusto, solidale, etico e fraterno”, è stato inviato dalla Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) per la Giornata della Patria, che si celebra il 7 settembre, ma che di fatto guarda alle imminenti elezioni presidenziali, scosse da turbolenti vicende e agitazioni sociali.

Dalle candidature sarà infatti escluso l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, la cui richiesta di partecipazione democratica è stata respinta dai giudici, finora. Mentre il candidato di destra Jair Bolsonaro, figura descritta come “trumpiana”, e comunque dato dai giornalisti tra i favoriti, è stato drammaticamente accoltellato durante un comizio a Juiz de Fora, nello stato di Minas Gerais.

“È nelle nostre mani collaborare per far sì che ciò accada partecipando alle elezioni, che rivestono un ruolo chiave nella società democratica. Lo Stato democratico di diritto va rafforzato e difeso sempre di più, e non si conforma ad atteggiamenti come autoritarismo, fondamentalismo e intolleranza. Al contrario, richiede rispetto tra le persone e realizzazione dei diritti fondamentali della popolazione, specialmente dei più poveri e fragili, con i necessari investimenti su sanità, educazione, sicurezza pubblica e cultura”, dice il messaggio dei vescovi – firmato dal presidente, card. Sergio da Rocha, arcivescovo di Brasilia, dal vicepresidente, dom Murilo Krieger, arcivescovo di Salvador de Bahia, e dal segretario generale dom Ulrich Steiner, vescovo ausiliare di Brasiliache – parlano di “forza di cambiamento del popolo”.

Nel testo si afferma infatti la possibilità democratica di un cambiamento nazionale, e che perciò “lungi dallo scoraggiarci, questa realtà ci sfida e ci mette in uno stato di vigilanza”.

L’invito al popolo è quello di “valutare seriamente ciascun candidato e ciascuna candidata, le sue promesse, la sua campagna elettorale, le alleanze del suo partito e il suo passato politico”, restando attenti al fatto che “dovrebbe essere prestata alla scelta dei senatori e deputati”, visto che “si votano le leggi che possono aiutare o danneggiare il popolo”, e che la scheda bianca “favorisce la peggior politica e indebolisce la democrazia”.

 

Francesco Gnagni