Francesco con i futuri diplomatici vaticani

Anche quest’anno, infatti, il Santo Padre si è recato in piazza della Minerva per incontrare in forma privata questa comunità, composta attualmente da 35 sacerdoti, provenienti da 19 paesi, che compiono un percorso specifico di formazione per il ministero pastorale nelle nunziature apostoliche e nelle missioni della Santa Sede sparse per il mondo. Papa Francesco conosce bene questa casa ed è consapevole del prezioso servizio che svolgono i rappresentanti pontifici per promuovere la riconciliazione e l’unità nella Chiesa, nella società civile e nella comunità internazionale, spesso in situazioni problematiche e di disagio.

Non è stato un momento formale, ma un incontro molto semplice, caratterizzato da un clima familiare, sereno e gioioso. Il Pontefice ha lasciato Santa Marta nel pomeriggio ed è arrivato in Accademia verso le 18. A riceverlo erano il presidente, l’arcivescovo Giampiero Gloder, i superiori, gli alunni e le suore di Marta e Maria, che svolgono un generoso servizio nella casa. Il Papa ha presieduto la preghiera dei vespri, appuntamento quotidiano della comunità, e ha salutato paternamente uno per uno i sacerdoti. Subito dopo, vi è stato spazio per un dialogo disteso e prolungato su vari temi riguardanti il servizio diplomatico della Santa Sede, la vita della Chiesa e la situazione del mondo d’oggi. Il Pontefice non ha pronunciato un discorso e ha preferito ascoltare una serie di domande postegli dagli alunni, a cui ha risposto con libertà e semplicità.

Papa Francesco ha sottolineato tre dimensioni fondamentali della diplomazia pontificia. Essa deve essere, innanzitutto, costruttiva: i rappresentanti della Santa Sede sono chiamati a uno spirito di dialogo, mediazione, incontro e apertura propositiva in ogni direzione. Deve essere anche spirituale, una «diplomazia delle ginocchia», che trovi la sua forza e il suo nutrimento nella preghiera, per poter raggiungere i più alti livelli. Infine deve essere sacerdotale: i rappresentanti pontifici sono chiamati a essere anzitutto e soprattutto sacerdoti, che ricevono certamente una formazione diplomatica, ma per svolgere un servizio pienamente pastorale nella Chiesa e favorire la riconciliazione, l’unità e il positivo sviluppo della comunità umana. L’ingresso in Accademia non parte, quindi, da un proprio desiderio, ma da una chiamata della Chiesa a prepararsi per svolgere questo particolare ministero.

Lo spirito che anima la diplomazia della Santa Sede è il servizio alle Chiese locali: aiutarle, con umiltà e generosità, a crescere, valorizzando le loro ricchezze, accompagnandole nelle difficoltà, favorendo il dialogo, senza temere di percorrere anche la via della croce. Questo impegnativo compito, ha ribadito il Pontefice, richiede una solida formazione. Come per ogni sacerdote, essa deve poggiare su quattro colonne, da integrare costantemente in modo armonioso: la dimensione spirituale, quella intellettuale, quella pastorale e quella comunitaria.

Alla domanda se in questi cinque anni di pontificato vi siano stati momenti particolarmente felici, Papa Francesco ha risposto di non aver mai perso la pace. Aggiungendo che il Signore non lo ha mai lasciato solo e l’incontro concreto con la gente, a Santa Marta e in vari momenti delle sue giornate e del suo ministero, lo ha sempre confortato.

Durante la conversazione sono stati toccati svariati argomenti: il prossimo sinodo panamazzonico, che rappresenta una concretizzazione dell’enciclica Laudato si’; il delicato tema degli abusi sessuali sui minori; i rapporti con le altre confessioni cristiane e con le religioni; la dimensione sinodale della Chiesa e il ruolo del vescovo di Roma; le situazioni che vive la Chiesa in varie parti del mondo. L’incontro con il Pontefice, la sua presenza e le sue parole, sono stati di incoraggiamento per gli alunni dell’Accademia in vista del loro futuro ministero. Così come la particolare cura verso questa istituzione e per quanti operano nelle rappresentanze pontificie in tutto il mondo è testimoniata dalla recente costituzione di una terza sezione nella Segreteria di Stato, denominata appunto Sezione per il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede.

Alla fine dell’incontro, Papa Francesco ha cenato insieme agli alunni e ai superiori. Conclusa la cena, dopo qualche foto, ha salutato di nuovo personalmente tutti i giovani sacerdoti ed è rientrato in Vaticano.

Fonte: l’Osservatore Romano