Francesco incontra i consacrati a Kaunas. “Ci sono preti e suore tristi perché non trovano l’amore, non sono innamorati di Dio”

“La tristezza spirituale è una malattia. Ci sono preti e suore tristi perché non trovano l’amore, non sono innamorati del Signore. Hanno lasciato da parte una vita di matrimonio, di famiglia, e hanno voluto seguire il Signore. E adesso si sono stancati, sembra. E scende la tristezza”. Papa Francesco ha aggiunto a braccio questa riflessione al discorso da lui preparato per l’incontro con i consacrati nella Cattedrale della seconda diocesi della Lituania. “Per favore quando vi troverete tristi – ha suggerito loro Francesco – fermatevi e cercate un prete saggio, una suora saggia con cui parlare. Ma non saggio perché graduato all’università, ma perché è stato capace di andare avanti nell’amore. A questi andate a chiedere consiglio. Quando inizia quella tristezza possiamo profetizzare che se non è guarita in tempo farà di voi degli zitelloni o delle zitellone: uomini e donne che non sono fecondi. Di questa tristezza dovete avere paura, la semina il diavolo”.

Francesco ha anche messo in guardia da un altro rischio collegato al primo. “C’è un’altra cosa – ha spiegato infatti – che va collegata alla tristezza: confondere la vocazione con un’impresa, una ditta di lavoro, un’impiego. No, taglia questo e vai da un’altra parte: tu ti accorgerai di aver imboccato una strada equivoca, il Signore che ti ha scelto per amare è deluso da te che hai scelto la vita del funzionario, del prete funzionario ha il suo orario apre l’ufficio e lo chiude. La gente non viene se il prete fa così. E mai cacciare nessuno dal confessionale, meglio dirgli: ‘ma guardi tu non puoi avere l’assoluzione subito, ma torna ancora a parlare'”. Questo, ha precisato, ricordando sempore che “i confessionale non è lo studio di uno psichiatra per scavare nel cuore delle persone”.
“Pensa – ha suggerito il Papa – che abbastanza lo ha bastonato la vita, a quel poveraccio, fargli sentire l’abbraccio del Padre, se non puoi dare assoluzione dagli un abbraccio”.

Quindi rivolgendosi specificatamente alle suore lituane, il Papa ha concluso: “per favore siate madri perché voi siete icona della Chiesa e della Madonna e ogni persona che vede voi vede la madre chiesa e la mamma Maria: non dimenticatevi questo e la mamma chiesa non è una zitellona, non chiacchiera, ama, serve, fa crescere. La vostra vicinanza è essere madre e icona e non funzionari, non chierici di Stato, ma padri e madri”.