Francesco incontra i familiari di padre Dall’Oglio, il gesuita rapito in Siria

“Papa Francesco ha ricevuto stamani i familiari di Padre Paolo Dall’Oglio a Casa Santa Marta. L’udienza in forma privata si è svolta in un clima particolarmente cordiale”. Lo ha detto il portavoce della Santa Sede, Alessandro Gisotti, sottolineando che “l’udienza rappresenta un gesto di affetto e vicinanza da parte del Papa alla famiglia del gesuita sequestrato in Siria nel luglio del 2013”.
Erano presenti la madre e quattro sorelle e un fratello del gesuita rapito in Siria il 29 luglio 2013 da un gruppo di estremisti islamici. Da allora non si ha nessuna notizia di padre Paolo Dall’Oglio che fu rapito dopo un appello da lui rivolto al Papa perchè promuovesse “un’iniziativa diplomatica urgente e inclusiva per la Siria”.

Ngli anni ’80 aveva fondato in Siria, la comunità monastica-siriaca Mar Musa (Damasco), luogo di culto risalente alla più tarda tradizione eremitica, con monaci sia di confessione cattolica sia di confessione ortodossa, Dall’Oglio si è sempre impegnato nel dialogo interreligioso tra la Chiesa cattolica e il mondo islamico. Sin da ragazzo era rimasto affascinato dalla Siria e volle farvi ritorno dopo l’espulsione subita nel 2012 da parte del governo di Assad, che già aveva e minacciato l’anno prima il suo allontanamento per un presunto appoggio offerto dal gesuita alle proteste popolari deflagrate nel 2011. Dal 12 giugno 2012 si era trasferito a Sulaymanya, nel Kurdistan iracheno, accolto nella nuova fondazione monastica di Deir Maryam el Adhra. E poi era tornato a Roma, sua città di origine, da cui però era ripartito in incognito per la Siria rientrandovi poi clandestinamente.

Il 31 luglio 2013 nella Chiesa del Gesù, in occasione della festa liturgica di Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della compagnia di Gesù, il Papa parlando ai confratelli gesuiti, suoi e di Dall’Oglio, ha rivolto un affettuoso pensiero al religioso rapito, dicendo “Penso a padre Paolo”, manifestando la sua vicinanza al confratello scomparso e alla famiglia. Nell’occasione, l’allora direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, aveva sottolineato l’attenzione prestata da Francesco riguardo alla vicenda, e il fatto che il Pontefice seguiva da vicino i progressi dell’indagine avviata dal Ministero degli esteri italiano, tramite la Nunziatura di Damasco, restando anche in contatto con la Curia generalizia dei Gesuiti.