Francesco incontra la “United Bible Societies”. “La parola di Dio non è incantenata”

“La parola di Dio non è incatenata!”. Lo ha esclamato Papa Francesco ricordando come “per essa molti fratelli e sorelle sono in prigione e molti di più hanno versato il loro sangue come testimonianza della loro fede in Gesù Signore”. Questo omaggio ai cristiani che pagano per la loro fede ha concluso oggi il discorso di Papa Francesco ai membri del Comitato per i Rapporti con le Chiese delle “United Bible Societies”, che ha elogiato perchè “compiono ogni sforzo per far conoscere il Vangelo, facilitando l’accesso alla Bibbia nelle lingue più diverse e, oggi, attraverso le molteplici forme di comunicazione sociale”.

La “United Bible Societies” è una rete globale di “Bible Societies” che lavorano in oltre 200 paesi e territori in tutto il mondo affinchè “tutti possano accedere alla Bibbia nella lingua e nel modo che preferiscono”, spinti dalla convinzione che “la Bibbia sia per tutti”.

È vitale che oggi la Chiesa esca ad annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura”. Questa l’esortazione che Papa Francesco ha rivolto in Udienza ai membri del Comitato per i Rapporti con le Chiese delle “United Bible Societies”, che “compiono ogni sforzo per far conoscere il Vangelo, facilitando l’accesso alla Bibbia nelle lingue più diverse e, oggi, attraverso le molteplici forme di comunicazione sociale”.

La “United Bible Societies” è infatti una rete globale di “Bible Societies” che lavorano in oltre 200 paesi e territori in tutto il mondo affinché “tutti possano accedere alla Bibbia nella lingua e nel modo che preferiscono”, spinti dalla convinzione che “la Bibbia sia per tutti”.

Il desiderio del Papa che “la Parola del Signore corra e sia glorificata” è un desiderio centrale del suo pontificato, come testimonia anche la sua prima esortazione apostolica, dedicata proprio alla “gioia del Vangelo” (Evangelii Gaudium), su cui è tornato anche quest’oggi. Alla Delegazione dello “United Bible Societies Relations Committee” ha poi detto di essere accomunati da questo “servizio” nei confronti “della Parola di riconciliazione”, che essendo anche “Parola di verità” deve portare concordia “anche tra cristiani”. “Siamo convinti – ha proseguito Francesco – che l’unità voluta da Dio può realizzarsi soltanto nella comune adesione all’integrità del contenuto della fede rivelata. In materia di fede, il compromesso è in contraddizione con Dio che è Verità”. E citando l’Enciclica di Giovanni Paolo II “Ut Unum Sint”, che tratta dell’ecumenismo ed in particolare delle relazioni tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa, ha chiesto chi infatti “nel Corpo di Cristo” che è la Chiesa “potrebbe mai ritenere legittima una riconciliazione attuata a prezzo della verità?”.

“Siamo servitori della Parola di salvezza che non torna al Signore a vuoto”, ha continuato Francesco, invitando poi tutti, non solo i presenti, a “lasciarsi ‘ferire’ dalla Parola”, essendo questa ferita “indispensabile per esprimere con la bocca ciò che dal cuore sovrabbonda”: “la Parola di Dio – ha quindi concluso Francesco – ‘penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore’”.

Francesco Donat-Cattin