Francesco informa il premier della Croazia riguardo alla “rilettura storica” del beato Stepinac

“Ci si è anche soffermati sul lavoro della Commissione mista di esperti croati e serbi per una rilettura in comune della figura del Beato Cardinale Alojzije Stepinac”. Questa frase inserita nel comunicato sulla visita del presidente del Governo della Repubblica di Croazia, Andrej Plenković, fa capire quanto sia delicata tale questione per il paese balcanico e per l’intera Chiesa Cattolica. Un comunicato dell’Ossevatore Romano, pubblicato dopo l’incontro della Commissione in Vaticano, lo scorso luglio, dà conto dello sforzo compiuto dagli esperti, su richiesta del Papa, di “illustrare la vita e il ministero di un importante pastore cattolico, in un periodo particolarmente travagliato della storia”. “Si è giunti alla conclusione – afferma il testo – che vari eventi, interventi, scritti, silenzi e prese di posizione sono tuttora oggetto di interpretazioni varie. Nel caso del cardinale Stepinac nella foto mentre depone al processo che dovette subire dal regime jugoslavo), le prevalenti interpretazioni date rispettivamente dai croati cattolici e dai serbi ortodossi restano ancora divergenti”. In realtà il problema resta dunque aperto, e “lo studio della vita del cardinale Stepinac ha insegnato che nella storia tutte le Chiese hanno crudelmente sofferto diverse persecuzioni e hanno i loro martiri e confessori della fede”. A tale riguardo, “i membri della Commissione hanno convenuto sulla eventualità di una futura collaborazione, in vista di un’opera comune, per condividere la memoria dei martiri e dei confessori delle due Chiese”.

Oggi il premier croato ha incontrato anche il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato.
“Nel corso dei cordiali colloqui – recita il comunicato vaticano – è stato espresso apprezzamento per i buoni rapporti esistenti tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia e per il positivo contributo della Chiesa alla vita del Paese”. Mentre “nel prosieguo della conversazione vi è stato uno scambio di vedute su alcuni temi di mutuo interesse, tra i quali il futuro del progetto europeo e il contesto regionale, con particolare riferimento alla situazione del popolo croato in Bosnia ed Erzegovina”.