Papa Francesco scrive al cardinale Sarah per chiarire che il suo dicastero ha perso il potere sulle traduzioni. C’era stata una misitificazione

La Congregazione vaticana per il culto e la disciplina dei sacramenti ha perso il potere di revisione sulle traduzioni locali dei testi liturgici. Una decisione che Papa Francesco spiega così: “il processo di tradurre i testi liturgici rilevanti (ad esempio formule sacramentali, il Credo, il Pater noster) in una lingua, dalla quale vengono considerati traduzioni autentiche, non dovrebbe portare ad uno spirito di ‘imposizione’ alle Conferenze Episcopali di una data traduzione fatta dal Dicastero, poiché ciò lederebbe il diritto dei Vescovi sancito nel Diritto Canonico, in analogia con con quanto stabilito circa la versione della Sacra Scrittura che non necessita di confirmatio da parte della Sede Apostolica”.

“Sulla responsabilità delle Conferenze Episcopali di tradurre ‘fideliter’, occorre precisare che il giudizio circa la fedeltà al latino e le eventuali correzioni necessarie, era compito del Dicastero, mentre ora la norma concede alle Conferenze Episcopali la facoltà di giudicare la bontà e la coerenza dell’uno e dell’altro termine nelle traduzioni dall’originale, se pure in dialogo con la Santa Sede”, scrive Papa Francesco in una lettera al cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ma anche tra i capo fila degli oppositori alla Riforma avviata dal Pontefice. “Ho ricevuto la sua lettera del 30 settembre, con la qualche Ella ha voluto benevolmente esprimermi la sua gratitudine per la pubblicazione del Motu Proprio ‘Magnum Principium’ e trasmettermi una elaborata nota sullo stesso finalizzata a una migliore comprensione del testo”, esordisce Francesco che subito aggiunge: “nel ringraziarla sentitamente per l’impegno e il contributo, mi permetto di esprimere semplicemente, e spero chiaramente, alcune osservazioni sulla sopramenzionata nota che ritengo importanti soprattutto per l’applicazione e la giusta comprensione del Motu Proprio e per evitare qualsiasi equivoco”.

Nel testo diffuso oggi, il Papa sottolinea in particolare “l’importanza della netta differenza che il nuovo MP stabilisce tra recognitio e confirmatio” nel Diritto Canonico e respinge la tesi per la quale recognitio e confirmatio sono “strettamente sinonimi (o) sono intercambiabili” oppure “sono intercambiabili a livello di responsabilità della Santa Sede”. “La confirmatio – spiega – non suppone più dunque un esame dettagliato parola per parola, eccetto nei casi evidenti che possono essere fatti presenti ai Vescovi per una loro ulteriore riflessione. Ciò vale in particolare per le formule rilevanti, come per le Preghiere Eucaristiche e in particolare le formule sacramentali approvate dal
Santo Padre. La confirmatio tiene inoltre conto dell’integrità del libro, ossia verifica che tutte le parti
che compongono l’edizione tipica siano state tradotte”.

Francesco chiarisce che ovviamente “il fideliter, implica una triplice fedeltà: al testo originale in primis; alla particolare lingua in cui viene tradotto e infine alla comprensibilità del testo da parte dei destinatari”, e ricorda anche che “bisogna fedelmente comunicare ad un determinato popolo, tramite la sua propria lingua, ciò che la Chiesa ha inteso comunicare ad un altro per mezzo della lingua latina”. “Sebbene la fedeltà non sempre possa essere giudicata da parole singole ma debba esserlo nel contesto di tutto l’atto della comunicazione e secondo il proprio genere letterario, tuttavia alcuni termini peculiari vanno considerati anche nel contesto dell’integra fede cattolica, poiché ogni traduzione dei testi liturgici deve essere congruente con la sana dottrina”. “In questo senso – aggiunge – la recognitio indica soltanto la verifica e la salvaguardia della conformità al diritto e alla comunione della Chiesa.

Il Papa rintuzza quindi la tesi di Sarah: “risulta inesatto attribuire alla confirmatio la finalità della recognitio (ossia ‘verificare e salvaguardare la conformità al diritto’)”. “Certo – conclude – la confirmatio non è un atto meramente formale, ma necessario alla edizione del libro liturgico “tradotto”: viene concessa dopo che la versione è stata sottoposta alla Sede Apostolica per la ratifica dell’approvazione dei Vescovi, in spirito di dialogo e di
aiuto a riflettere se e quando fosse necessario, rispettandone i diritti e i doveri, considerando la legalità
del processo seguito e le sue modalità”.

Nella lettera, che rappresenta anche un capolavoro di diplomazia, il Papa esprime a Sarah “un fraterno ringraziamento per il suo impegno e constatando che la nota alla quale risponde è stata pubblicata su alcuni siti web, ed erroneamente attribuita alla sua persona” chiede al cardinale “cortesemente di provvedere alla divulgazione di questa risposta sugli stessi siti nonché l’invio della stessa a tutte le Conferenze Episcopali, ai Membri e ai Consultori di codesto Dicastero”.

Nella foto: il cardinale Sarah con l’ex gran maestro della Smom, Festing