Ogni giorno con Chiara Lubich. In “Parole di Vita” quei foglietti modesti densi di verità (di Fabrizio Cavallina)

Chiara Lubich amava commentare il Vangelo su foglietti modesti, scritti con un linguaggio alla portata di tutti. “Parole di Vita”, così è stato chiamato il genere letterario da lei stessa inventato attraverso questi pezzetti di carta. Più che una semplice interpretazione dei Testi Sacri, gli scritti lasciati dalla Fondatrice del Movimento dei Focolari sono uno sprazzo di luce, un impulso a mettere in pratica e vivere la Parola di Dio. “Il fuoco di una lente che concentra su di sé i raggi del Vangelo”, così amava definirsi Chiara Lubich. Dalla sua scomparsa sono passati ormai dieci anni, ma il patrimonio del suo pensiero risulta ancor di più oggi attuale e significativo. E’ un’eredità immensa quella che Chiara ha lasciato nei suoi testi: dai libri pubblicati (58 titoli con 220 edizioni) ai discorsi a convegni e conferenze, fino a messaggi, articoli e ad una corrispondenza epistolare che conta più di 25.000 lettere fino ad oggi conosciute.

Proprio con l’intento di diffondere maggiormente quest’eredità – in una visione d’apertura e dialogo tipica del Movimento dei Focolari – è stata inaugurata dal Centro Chiara Lubich e Città Nuova Editrice, la collana “Opere di Chiara Lubich”: un corpus di scritti che presenta per la prima volta in maniera sistematica il pensiero della fondatrice dei Focolarini. Trattasi di “un progetto che ha come obiettivo quello di evitare una frammentazione eccessiva del pensiero di Chiara, con l’intento di aprirla al grande pubblico” commenta Donato Falmi, direttore della raccolta. La collana raccoglie in quattordici volumi tutti i testi di Chiara, dividendoli in tre blocchi omogenei: la persona, con il suo vissuto; l’opera, cioè l’incidenza storica che la sua figura ha rivestito in questi anni; la via spirituale, equivalente al pensiero spirituale, teologico e culturale. E’ appartenente proprio a quest’ultimo ambito il volume che accompagna l’uscita della collana, “Le Parole di Vita”, con 350 scritti che coprono l’intero arco dell’esperienza evangelica della Lubich, dal 1960 al 2006. Pensieri caratterizzati da una semplicità disarmante, ma che non deve trarre in inganno, come afferma Fabio Ciardi, curatore dell’edizione: “Chiara ha democratizzato il Vangelo in un momento in cui era chiuso dentro le Chiese; lo ha reso fruibile a tutti. Le Parole di Vita sono entrate nelle scuole, nelle carceri, perfino in Parlamento. Ogni Parola invita a vivere l’Amore di Dio. Ogni Parola rimanda all’unità degli uomini, l’ultima cosa che ha chiesto Gesù Cristo al Padre”.

La stessa unità che rimanda a quell’ecumenismo religioso per cui Chiara Lubich ha intensificato tutti gli sforzi durante la sua vita, invitando il mondo alla Pace Universale. Nel 1981 è stata la prima donna a narrare la propria esperienza cristiana a 10.000 persone in un tempio buddista e nel 1997 in Tailandia a monache e monaci. Nello stesso anno interviene nella storica moschea di Malcolm X ad Harlem, davanti a 3000 musulmani afro-americani. Solo per citare due esempi. Nel Febbraio 2008, quando era ricoverata al Policlinico Gemelli di Roma, a Chiara fa visita personalmente il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, a testimonianza di quanto sia stato importante e riconosciuto il suo dialogo interreligioso.
La collana “Opere di Chiara Lubich” si inserisce “in una stagione di Pontificato che apre orizzonti sconfinati al tema dell’unità – ha precisato alla conferenza stampa di presentazione della raccolta monsignor Piero Coda, preside dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano – Importante per valorizzare meglio il messaggio di Chiara è decifrare la sua figura senza imprigionarla in un’immagine da santino”.

Fabrizio Cavallina