Il cardinale Koch mediatore tra le Chiesa ortodosse. Comincia la visita al Patriarcato Ecumenico dopo l’incontro in Vaticano con quello di Mosca

Mentre Costantinopoli e Mosca si scontrano sul tema dell’autocefalia della Chiesa ortodossa ucraina, prima della decisione finale di dicembre che dovrà portare ad una unica Chiesa ortodossa ucraina, il 28 novembre il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha cominciato la tradizionale visita che la delegazione della Santa Sede compie alla sede del Patriarcato Ecumenico per la festa di Sant’Andrea, patrono della sede di Costantinopoli.

La delegazione vede anche la presenza del vescovo Brian Farrell, segretario del Pontificio Consiglio, di monsignor Andrea Palmieri sottosegretario, e dell’arcivescovo Paul Fitzpatrick Russell, nunzio apostolico in Turchia. Con il Patriarca Ecumenico invece erano presenti il metropolita di Francia Emmanuel e l’arcivescovo Job di Telemessos. la delegazione della Santa Sede ha portato un messaggio di Papa Francesco da Roma.

Nel frattempo il Sinodo del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli ha preso la decisione di di revocare la concessione dello status di esarcato all’arcidiocesi della Chiesa Ortodossa Russa Orientale. Obiettivo: “favorire una maggiore connessione con la Chiesa madre”. Lo sfondo della questione è però tutto di natura politica, con il Patriarcato di Mosca che non vuole perdere la giurisdizione sui territori ucraini. Ortodossia che in Ucraina era dal 1686 era sotto Mosca, nonostante nel frattempo altre due giurisdizioni ortodosse avevano preso vita, la Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Kiev e la Chiesa Ucraina Autocefala Ortodossa.

Alla vigilia del Sinodo del Patriarcato Ecumenico un comunicato infatti spiegava che “in preparazione per l’incontro del Sacro e Santo Sinodo del 27-29 novembre, il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli reitera la sua decisione di concedere il tomos per l’autocefalia della Chiesa Ortodossa Ucraina”. Il tutto dopo l’accordo del novembre scorso tra il Patriarca Bartolomeo I e il presidente ucraino Petro Poroshenko. Al Sinodo per convalidare la questione però il Patriarcato di Mosca ha già avvisto che non parteciperà.

La visita arriva però dopo che solamente lo scorso 27 novembre il vescovo Antonio Bogdorodsky, che si occupa della gestione delle parrocchie del Patriarcato di Mosca in Italia, ha incontrato in Vaticano il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. I due “hanno discusso di una vasta gamma di questioni bilaterali”, e in particolare il vescovo “ha informato il rappresentante della Santa Sede sull’attuale stato di cose riguardo le azioni anticanoniche del Patriarcato di Costantinopoli di riconoscere i leader divisi dell’Ucraina e nel promuovere il progetto di autocefalia ucraina”, recita il comunicato, riferendosi allo stesso giorno in cui il Patriarcato Ecumenico rendeva pubblica la decisione di abolire l’esarcato della Chiesa Ortodossa Russa nell’Europa occidentale.

Decisione che “risponde ai bisogni pastorali e spirituali dei nostri tempi”, ed è fatta con “il più grande rispetto della legge canonica”, compiacendosi del fatto che Costantinopoli “abbia preso la responsabilità di offrire la sua protezione canonica a queste comunità, e dunque di permettere loro di godere di una libertà che sinonimo di vita nello spirito santo”. Riaffermando così il primato di Costantinopoli.