Il Corpus Domini vince la mafia. Il messaggio di Papa Francesco a Ostia (di M. Leonardi)

Il Papa ad Ostia parla contro la mafia e l’omertà che la nutre. Ma che c’entra l’omertà con il Corpus Domini, ricorrenza festiva che si festeggiava quel giorno? Cosa c’entrano il pane e il vino dato per la salvezza, con la condanna del silenzio? Hanno a che vedere con Gesù portato in processione per le strade, perché questo gesto è il proclama della verità che va non solo detta, ma proclamata sui tetti.

Il corpo di Cristo esposto sulla croce è un dono d’amore proprio perché è esposto. È su un monte, è alla luce. È sotto lo sguardo di tutti. Il corpo di Cristo nudo, spezzato per noi e per tutti. La Genesi racconta che, dopo il peccato originale, il corpo di Adamo ed Eva vennero ricoperti da tuniche di pelli (Gn 3,21). Ora, il corpo spogliato di Cristo ripara il corpo di Adamo che era diventato un corpo di vergogna. Il grido di Gesù in Croce cancella l’elusività di Caino che volta lo sguardo dall’altra parte e cerca di coprire col sarcasmo il sangue versato di Abele. La verità e il vero amore non possono vivere nell’ombra, nell’ambiguità, ma devono essere svelati. Anche se tale “processione”, tale disvelamento, sono scandalo e follia per pagani e perbenisti.

Parlare contro la mafia nel giorno del Corpus Domini è condannare il doppio gioco di chi finge di dare lavoro a dei poveretti e in verità lo fa solo per ingrassare i propri profitti e dare forza ai propri misfatti. È mettere alla gogna chi nutre le persone di sfiducia nello Stato e le lascia senza nulla per cui lottare, legando gli individui in una catena di dipendenza e connivenza che soffoca, rimanendo così lontano mille miglia da Gesù che consegnato da prigioniero, non libera se stesso ma libera noi dalle catene del peccato e della morte.

Ecco la risposta ai mille perché che si erano levati, quando avevamo appreso la decisione del Papa di celebrare la Processione a Ostia e non a Roma. Mai decisione fu più saggia.

Mauro Leonardi