Il Papa alle Vedove consacrate: “Voi attestate che è possibile vivere il Vangelo con responsabilità”

“La vedovanza è un’esperienza particolarmente difficile. Alcuni mostrano di saper riversare le proprie energie con ancor più dedizione sui figli e i nipoti, trovando in questa espressione di amore una nuova missione educativa. Se questo è vero per la maggior parte di voi, la morte del vostro sposo vi ha portato anche a riconoscere una chiamata particolare del Signore e a rispondervi consacrandovi a Lui per amore e con amore”. Con queste parole Papa Francesco si è rivolto ai partecipanti al Convegno Internazionale per le Vedove, ricevute in Udienza nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano.

“A volte la vita presenta sfide più grandi e attraverso queste il Signore ci invita a nuove conversioni che permettono alla sua grazia di manifestarsi meglio nella nostra esistenza allo scopo di farci partecipi della sua santità. Così, con la vostra consacrazione, voi attestate che è possibile, con la grazia di Dio e il sostegno e l’accompagnamento dei ministri e di altri membri della Chiesa, vivere i consigli evangelici esercitando le proprie responsabilità familiari, professionali e sociali”, ha spiegato il Papa.

Soltanto nei mesi scorsi infatti il Vaticano ha pubblicato l’Istruzione Ecclesia Sponsae Imago rivolta all’Ordo virginum, le vergini consacrate, il primo documento della storia della Santa Sede che si pone l’obiettivo di approfondire e disciplinare questa forma speciale di vita consacrata, esclusivamente riservata alle donne. In questo caso si tratta di una forma ancora più specifica di consacrazione e rivolta esclusivamente alle donne, che stavolta hanno perso il marito per cause della vita. Segno dell’attenzione che la Chiesa e il pontefice ripongono ad ogni forma di espressione della vita in Gesù, in ogni contesto e condizione, specialmente quando si è deboli e fragili, o si è vittime degli eventi della vita, come ad esempio per una sposa che perde il proprio marito e si ritrova da sola, magari, il compito di portare avanti il bene della famiglia.

“La vostra consacrazione nella vedovanza è un dono che il Signore fa alla sua Chiesa per richiamare a tutti i battezzati che la forza del suo amore misericordioso è una strada di vita e di santità, che ci permette di superare le prove e di rinascere alla speranza e alla gioia del Vangelo”, ha detto così il Papa, invitando le presenti “a tenere il vostro sguardo fisso su Gesù Cristo e a coltivare il legame particolare che vi unisce a Lui”. “Perché è lì, nel cuore a cuore con il Signore, in ascolto della sua parola, che noi attingiamo il coraggio e la perseveranza di donarci corpo e anima per offrire il meglio di noi stessi attraverso la nostra consacrazione e i nostri impegni”, ha detto ancora loro Francesco con tono paterno e affettivo.

“Possiate anche voi, mediante la vostra vita sacramentale, portare la testimonianza di questo amore di Dio che è per ogni uomo chiamata a riconoscere la bellezza e la felicità di essere amati da Lui. Unite a Gesù Cristo, siate lievito nella pasta di questo mondo, luce per quanti camminano nelle tenebre e nell’ombra della morte. Con la qualità della vostra vita fraterna, in seno alle vostre comunità, abbiate cura, attraverso l’esperienza della vostra stessa fragilità, di farvi vicine ai piccoli e ai poveri, per manifestare loro la tenerezza di Dio e la sua prossimità nell’amore”, ha concluso il Papa ricordando l’attenzione ai più bisognosi.

“In questa prospettiva, vi incoraggio a vivere la vostra consacrazione nel quotidiano con semplicità e umiltà, invocando lo Spirito Santo perché vi aiuti a testimoniare, nell’ambito della Chiesa e del mondo, che Dio può agire in qualsiasi circostanza, anche in mezzo ad apparenti fallimenti e che chi si offre e si dona a Dio per amore, sicuramente sarà fecondo”.

 

Francesco Gnagni